- l'esposizione si è chiusa oggi;
- a fine anno dovrebbe riaprire, ma chissà...
- l'argomento corrisponde a un punto fisso nei miei corsi.
La prima sala ospita materiale greco: quasi tutto pre-codex, fatto in sostanza di ostraka e papiri, più due tavolette cerate (una delle quali ancora dotata di cera e relativa iscrizione). La cosa più sorprendente qui è stata è la modernità della scrittura (anche maiuscola) nelle lettere e nelle liste: separazione delle parole, saluti e firme a fondo pagina, lettere che vanno sopra e sotto il rigo, eccetera. La lettera del dieceta Apollonio (251 a. C., pezzo 9) o le istruzioni al fattore Heroninos (265-266 d. C., pezzo 13) non hanno nulla da invidiare alle lettere di due millenni dopo - a parte, se ho ben visto, la mancanza di una data! Cose già note, beninteso, ma vederle sotto un faretto da mostra fa un'altra impressione.
Un po' meno interessante la seconda sala, che pure contiene parecchie cose notevoli - tra cui forse il primo Dante "del Cento", la Bibbia "di Marco Polo" reimportata dalla Cina, e così via. Ci sono anche alcuni rotoli moderni di origine extraeuropea: una scelta che sarebbe stata migliore se fossero stati tutti rotoli di testo, non di pittura.
Dal punto di vista della ricerca, certo, la mostra non aggiunge nulla a quel che già si sapeva. E dal punto di vista della didattica lascia un po' perplessi: non illustra in modo completo l'evoluzione rotolo-codex, ma solo campioni illustri, senza spiegare troppo bene che cosa succede tra l'uno e l'altro. Oh, beh, è una mostra di papiri e pergamene e per raggiungerla bisognava attraversare la sala disegnata da Michelangelo! Ci sono pochi modi migliori per riprendere il lavoro dopo le corse all'estero.
Del resto ci sono arrivato con lo spirito giusto: per (forse) la prima volta in vita mia sono saltato sul treno senza portarmi dietro neanche un foglio di carta stampata. Solo l'iPhone, che ho usato per leggere Content di Cory Doctorow. Ma questo penso che sarà l'argomento di uno dei prossimi post.