lunedì 9 settembre 2013

Capire un cartello: facile o difficile?


Cartello parcheggio
Oggi per mia figlia è il primo giorno di scuola; che comporta, per lei, anche la fine delle vacanze a casa dei nonni a Viareggio.
 
Io odio muovermi in macchina, ma appunto a Viareggio mi è toccato spesso parcheggiare. Cosa difficile, nei dintorni della casa dei miei genitori: i parcheggi sono diventati da qualche anno a pagamento per i non residenti. Lungo la Pineta di Levante ci sono alcuni spazi liberi… ma ovviamente nel fine settimana sono molto contesi, secondo il simpatico sistema italiano di priorità: prima si occupano i posti a parcheggio gratuito, poi le strisce pedonali, poi i posti a pagamento, poi gli angoli di strada e i posti che rendono difficile la manovra, e così via (resistono solo, e non sempre, i posti per portatori di handicap).
 
In mezzo a questo caos, ho però scoperto che spesso si riesce a trovare posto davanti all’ex ospedale Tabarracci. Come mai? Direi in buona parte perché su quel tratto di strada domina il cartello riprodotto in fotografia. Che non è un capolavoro di chiarezza, ma dice che i posti lì attorno sono sottoposti, dal lunedì al venerdì, a due diversi tipi di restrizione in base alle fasce orarie: riservata agli autorizzati la prima, con disco orario la seconda. Per la notte e il fine settimana, invece, non si segnalano restrizioni, quindi in base al codice della strada si dovrebbe dare per scontato che il parcheggio sia consentito e gratuito. Di fatto, io ho parcheggiato lì diverse volte e non ho mai ricevuto segnalazioni di irregolarità.
 
Sospetto quindi che, se i posti rimangono spesso liberi, ciò avvenga perché molti parcheggiatori del fine settimana trovano il cartello incomprensibile e che, nell’incertezza, preferiscono fare un altro giro o parcheggiare più lontano (o parcheggiare in spazi proibiti in cui però sanno immaginare le conseguenze probabili del loro atto – cioè, di regola, nessuna). Certo, un’aggiunta del tipo “dalle 20 del venerdì alle 8 del lunedì parcheggio libero” sul cartello eliminerebbe qualunque dubbio, ma anche il testo attuale non è nemmeno troppo complicato… eppure spesso il posto lì lo trovo, nonostante la strenua competizione nei dintorni.
 
Ecco: quando a livello scientifico si parla di “analfabetismo funzionale” si fa riferimento, nelle fasce più alte, proprio a questo genere di comportamento. Non a clamorose deficienze, o all’incapacità di decifrare lettere dell’alfabeto. Piuttosto, a piccole incertezze che però fanno perdere occasioni o tempo. Nel caso di questo cartello, la relativa difficoltà degli italiani a rapportarsi con i testi scritti non crea problemi di rilievo. Moltiplicata per tutte le occasioni di questo tipo, forma invece, temo, un bel dislivello di competitività rispetto agli altri paesi europei.
 
Bene, di parcheggiar lì la macchina, per un po’, dovrei aver finito. Riaprono le scuole, e io apprezzo.
 

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