mercoledì 4 dicembre 2013

Test PISA 2012: è andata un po’ meglio

 
 
Ieri sono stati presentati i rapporti INVALSI sugli ultimi test PISA, condotti nel 2012. Di che cosa siano i test PISA ho già parlato in passato: in estrema sintesi, si tratta del più credibile tentativo oggi esistente per misurare e confrontare le competenze dei quindicenni in diversi paesi del mondo. I settori in cui le competenze sono misurate sono Lettura, Matematica e Scienze.
 
La posizione dell’Italia in questi test è sempre la solita: leggermente al di sotto della media OCSE. Tradotto in numeri, il “leggermente” significa quest’anno, secondo le parole della sintesi realizzata dall’INVALSI (p. 1):
 
Le competenze dei 15-enni italiani in Matematica si situano leggermente, ma significativamente, al di sotto della media OCSE (circa il 2 per cento, 485 punti a fronte dei 494 della media OCSE). Fra i paesi OCSE, ottengono un punteggio inferiore all’Italia solo Svezia, Ungheria, Israele, Grecia, Cile e Messico; sono equiparabili all’Italia (avendo valori che non se ne discostano in termini statisticamente significativi) Norvegia, Portogallo, Spagna, Repubblica Slovacca e Stati Uniti.
 
Solo leggermente migliori sono i risultati in Lettura e Scienze, con valori dell’Italia rispettivamente di 490 e 494 (a fronte di valori medi OCSE rispettivamente pari a 496 e 499). Fra i paesi OCSE, ottengono un punteggio inferiore all’Italia solo Cile, Grecia, Islanda e Messico, per la Lettura, vi si aggiunge Israele nelle Scienze; sono statisticamente equiparabili all’Italia, Danimarca, Repubblica Ceca, Ungheria, Lussemburgo e Israele - nella Lettura - Danimarca, Francia, Ungheria, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo, Spagna e Stati Uniti - nelle Scienze.
 
In altri termini: sotto alla media, ma di pochissimo, e in discreta compagnia. I paesi OCSE hanno del resto un livello quasi uniforme, con un’oscillazione massima del 10% in alto o in basso. Il che ha del sorprendente se si considerano le diversità sociali, di reddito e di sistema scolastico che intercorrono tra paesi come la Repubblica slovacca, il Giappone e la Spagna! In Matematica, per esempio, data una media OCSE di 500 nel 2000, il risultato migliore è oggi quello della Corea del Sud, che arriva solo a 553, mentre sotto il 450 si collocano solo i tre paesi OCSE che hanno un livello di PIL “medio-alto”, invece di “alto” come tutti gli altri, cioè Turchia, Cile e Messico. Tuttavia, che l’Italia si collochi in tutte e tre le aree al di sotto della media OCSE non può essere motivo di grandi festeggiamenti.
 
Le cose vanno un po’ meglio in prospettiva storica. Concentrandosi sull’area che mi riguarda più direttamente, e cioè la Lettura – o meglio, la literacy –, la media OCSE, che era 500 nel 2000 ed era calata a 493 nel 2009 (con buona pace di tutte le considerazioni sui “nativi digitali”), nel 2012 è risalita a 494. Differenze comunque minime! Anche per l’Italia le cose sono nel frattempo migliorate, e da 486 nel 2009 si sale a 490 nel 2012 (lo stesso punteggio ottenuto dall’Austria, che pochi, penso, caratterizzerebbero come un paese depresso o incolto). Lo scarto si riduce insomma in tre anni da 7 a 4 punti.
 
Certo, tutti i dati di questo tipo vanno presi con le pinze, e festeggiare o disperarsi per fluttuazioni statisticamente non significative ha poco senso in ogni caso. Quel che ne esce è comunque una serie di conferme a livello generale: i paesi ad alto PIL ottengono risultati molto simili, ma non c’è un rapporto diretto tra soldi spesi e risultati formativi (tant’è vero che paesi come il Vietnam ottengono buoni piazzamenti) e c’è comunque un margine di miglioramento. Soprattutto, però, viene confermato per l’ennesima volta un dato inquietante per l’Italia: a fronte di regioni che per la Lettura arrivano a 521 (Lombardia, Veneto e provincia di Trento), il Sud fa registrare percentuali drammatiche, fino all’incredibile 434 della Calabria. Che, se fosse un paese OCSE, si collocherebbe in penultima posizione, superando solo il Messico (424) e piazzandosi al di sotto degli altri due paesi a PIL solo “medio-alto”, cioè il Cile (441) e la Turchia (475).
 

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