giovedì 4 dicembre 2014

Heller e Ilić, Lettering large

  
Heller e Ilić, Lettering large
Ho letto e rimirato Lettering large: art and design of monumental typography, un grosso volume fotografico realizzato da Steven Heller e Mirko Ilić. Soprattutto, ci ho rimuginato sopra.
 
Ho già espresso tutte le mie perplessità sulle potenzialità ornamentali dell’alfabeto latino, a confronto con altri sistemi di scrittura. Questo libro non riesce a farmi ricredere completamente… ma mi spinge parecchio in questa direzione, anche grazie alla semplice quantità delle testimonianze. Nelle pagine interne sono inserite, se ho ben contato, 738 fotografie a colori di “opere” realizzate usando i segni di uno o più sistemi di scrittura. I soggetti sono in buona parte di recente realizzazione e spaziano dalle scritte monumentali sulle montagne alle decorazioni di interni, dalle sculture in marmo alle composizioni effimere. La qualità è molto variabile, ma in alcuni casi il risultato è di altissimo livello e vale ampiamente tutto il resto. Vedere per credere.

Va detto che, se vogliamo essere fastidiosi, il libro non è curato in modo impeccabile. I testi di presentazione non sono molto leggibili e presentano un numero molto alto di errori di battitura o di scansione (“Lepcis Magna” compare due volte a p. 129…). In alcuni casi, le stesse fotografie sono sbagliate oppure etichettate in modo confuso. A p. 63, per esempio, la prima didascalia dovrebbe riferirsi a una o più insegne del Parc de la Villette a Parigi, ma le insegne non ci sono e al loro posto compaiono due immagini riprese evidentemente da una mostra berlinese non citata nel resto del libro. Soprattutto, in molti casi occorre un lavoro notevole anche solo per capire a quali foto siano riferite le didascalie. Alle pp. 90-91, le immagini relative al posto di frontiera statunitense di Champlain si trovano per esempio distribuite su due colonne diverse in due pagine diverse, e in mezzo si trovano le foto di un altro posto di frontiera, Massena; a p. 123 una didascalia collettiva lascia molti dubbi sulla collocazione effettiva delle cinque opere riprodotte; p. 169 solo l’esame attento di didascalie e foto permette di associare correttamente le une alle altre; eccetera. Le informazioni non sono sistematiche, né nelle didascalie né altrove. Il quadro teorico è minimale. Non ci sono indici, nemmeno i più ovvi (titoli, autori, caratteri utilizzati e così via). Ma, d’accordo… Tutto questo è secondario davanti al semplice piacere della rassegna.
 
Monumento victimas 11-M, Madrid (p. 104, foto ruotata)
 
Per chi volesse poi avere una più precisa idea dei contenuti, il blog di Mirko Ilić presenta una buona serie di fotografie a pagina doppia!

A un livello più profondo, mi chiedo poi come sarebbero andate le cose se il lavoro fosse stato, appunto, meno sbilanciato sull’alfabeto latino. L’alfabeto arabo e quello coreano hanno possibilità estetiche meravigliose, e storicamente assai sfruttate; lo stesso vale per i caratteri cinesi. Eppure qui le fotografie pertinenti sono pochissime… per quanto, per esempio, al padiglione coreano all’Expo di Shanghai del 2010 venga resa giustizia in diverse pagine spettacolari.
 
Un altro rimpianto è quello per l’angolazione “monumentale”. La scrittura ha moltissime funzioni, che in Italia sono state studiate in particolare da Giorgio Raimondo Cardona. Questo libro però si concentra sulle opere dotate di una funzione puramente estetica: ci sono molte eccezioni, in particolare per le scritte pubblicitarie o di celebrazione, ma il nucleo di base è quello. Rimane quindi quasi del tutto estraneo al libro il mondo delle scritte dotate di utilità pratica, dalla segnaletica non pubblicitaria a tutto ciò che è collegato con l’insegnamento e alla didattica. E, confesso, un po’ mi dispiace che dalle opere inserite in questo libro, così ben combinate, spesso così soddisfacenti dal punto di vista estetico, il visitatore o il passante possano ricavare così poche informazioni utili.
 
Pensandoci bene, non mi dispiacerebbe se questi miei rimpianti potessero poi, in qualche modo, trovare soddisfazione nelle pagine di un altro libro. E sarei letteralmente entusiasta se venissero cancellati, alla radice, dalla realizzazione di qualche opera ancora inimmaginabile, capace di veicolare idee complesse in modo intuitivo, combinando utilità ed estetica attraverso una scintilla di ispirazione sovrumana. Per vedere quella, d’altra parte, più che sfogliare un libro sarebbe il caso di fare un viaggio. O addirittura un trasloco.
 
Steven Heller e Mirko Ilić, Lettering large: art and design of monumental typography, s.l., The Monacelli Press, 2013, US $45, CAN $51, ISBN 978-1-58093-359-9; letto nella copia della biblioteca LM1 dell’Università di Pisa.
 

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