venerdì 29 dicembre 2017

Escher a Pisa

  
 
In video ci si può vedere seduti su un triangolo di Penrose
Qualche settimana fa sono andato a vedere la bella mostra di M. C. Escher allestita a Palazzo Blu a Pisa. Non mi aspettavo troppe sorprese, perché le opere di Escher sono, come tutti, abituato a vederle ovunque: sui poster, sui puzzle e sulle copertine dei libri. Però, quando si guardano gli originali qualcosa di nuovo si trova sempre – anche nel caso in cui gli originali sono costituiti in buona parte da stampe.
 
Per esempio, è stata una sorpresa vedere il livello di dettaglio in alcune opere. In alcuni casi ci sono iterazioni decrescenti talmente minuscole che mi chiedo quanto tempo e quali tecniche abbiano richiesto per la realizzazione: una lente d’ingrandimento, un buon sostegno per la mano e infinita pazienza? In una riproduzione di dimensioni limitate, per quanto buona sia, questi dettagli si perdono.
 
Dal punto di vista dei contenuti, invece, la scoperta più interessante è stata quella dei paesaggi italiani, risalenti in buona parte agli anni Venti e radicalmente estranei all’iconografia tradizionale. I soggetti esposti provengono soprattutto dalla Campania e dagli Abruzzi; viceversa, mi sembra poco presente lo sfondo che si collegherebbe a Escher in modo più intuitivo, cioè quello della Liguria. Da Genova alle Cinque Terre e a Portofino, scogli, strisce di colore e prospettive dall’alto sarebbero perfette per l’inserimento in alcune delle stampe più famose. Escher comunque ha visitato spesso la Liguria, quindi sarei sorpreso se non ce ne fossero tracce più consistenti in altre opere.
 
L’allestimento della mostra ha lati molto positivi. L’ingresso è a effetto. Una panchina video al primo piano permette di vedersi seduti su un triangolo impossibile, ed è una buona soluzione per dare soddisfazione al visitatore e concretizzare in qualche modo le prospettive impossibili per cui Escher è famoso.

La cascata di Escher

 
Andando in mostra, temevo poi l’affollamento. È un bene che i musei siano affollati… ma a volte le scolaresche sono talmente numerose e vocianti che è davvero difficile veder bene le opere. In questo caso in effetti i gruppi c’erano, ma erano tenuti piacevolmente sotto controllo dagli accompagnatori. Anzi, ho avuto l’impressione che in diversi casi le guide facessero proprio attenzione a non intralciare i visitatori singoli, il che è un ottimo esempio di professionalità.
 
Aggiungo che la sorpresa più gradita in assoluto l’ho avuta in una sala in cui alcuni lavori geometrici di Escher sono messi a confronto con opere medievali e rinascimentali di tema paragonabile, e sorprendentemente simili. Immagino che questo non sia l’allestimento generale della mostra, ma una soluzione trovata ad hoc per Pisa, con opere che fanno parte della collezione permanente di Palazzo Blu. Se è così, è stata veramente un’ottima scelta.
 

mercoledì 27 dicembre 2017

Tavosanis, L’italiano L2 negli elaborati universitari del Corpus ICoN


 
“Quaderni di AIΩN”, n.s., 5
Ho ricevuto da poche settimane l’estratto di un mio contributo dedicato a L’italiano L2 negli elaborati universitari del Corpus ICoN: esempi di analisi. Il contributo è il frutto del lavoro svolto in un Progetto di ricerca di interesse nazionale (PRIN) iniziato nel 2012 e terminato nel 2015. Questo lavoro si è concretizzato in diverse pubblicazioni, in parte già uscite e in parte ancora in stampa, e in un sito web: Corpus ICoN.
 
Il contributo appena uscito era stato presentato in forma orale durante un convegno del PRIN tenuto nella splendida cornice di Procida. Per quanto riguarda i contenuti, all’interno del contributo vengono fornite in primo luogo alcune informazioni di base sul Corpus ICoN. Vengono poi presentati due esempi di analisi eseguite sui materiali del corpus, e su queste mi sembra utile dire qualche parola.
 
Il primo esempio è un confronto tra gli errori nell’uso dell’articolo determinativo da parte di studenti di varia L1. Il secondo, portato avanti con l’uso del programma READ-IT, è un esame di alcuni tratti linguistici negli elaborati di studenti che hanno come L1 spagnolo, greco, portoghese e russo.
 
Per quest’ultimo punto, a parità di condizioni, sarebbe intuitivo che l’uso dell’italiano fosse più flessibile ed evoluto da parte degli studenti che hanno una L1 più vicina all’italiano. Facendo controlli quantitativi, però, le scale risultano diverse dal previsto. Prendiamo per esempio la lunghezza media delle frasi, dando per scontato che frasi più lunghe indichino una maggiore confidenza con la sintassi italiana. I risultati nel campione preso in esame, espressi in token, sono stati:
 

  • Spagnolo 39 
  • Greco 35 
  • Portoghese 31 
  • Russo 28
 
Se le posizioni estreme di spagnolo e russo non sorprendono, è più strano che la confidenza risulti maggiore negli studenti greci che in quelli portoghesi.

Il campione usato è piuttosto ridotto, circa 30.000 token per ogni lingua, ed è bene non trarre conclusioni affrettate su questa base. Disponendo di  informazioni quantitative, è però adesso possibile allargare i confronti e vedere se lo stesso fenomeno si ritrova in altri contesti.

Mirko Tavosanis, L’italiano L2 negli elaborati universitari del Corpus ICoN: esempi di analisi , in Scritture brevi: segni, testi e contesti. Dalle iscrizioni antiche ai tweet, a cura di Alberto Manco e Azzurra Mancini, “Quaderni di AIΩN”, n.s., 5 , 2016 (ma 2017), pp. 177-187, ISSN 1825-2796, ISBN 978-88-6719-140-6. Estratto.
 

martedì 5 dicembre 2017

Intervista per Wikimedia

  
 
Sono stato intervistato per il blog di Wikimedia Italia. L’intervista è stata pubblicata il 4 dicembre 2017 con il titolo Scrittura scientifica? Si impara con Wikipedia e naturalmente riguarda le attività del mio Laboratorio di scrittura. Spero soprattutto che un po’ di promozione aiuti il coordinamento con iniziative simili, e che il modello possa essere ripreso in altri contesti e migliorato… nel frattempo in questo semestre il Laboratorio, nonostante sia molto oneroso, continua a darmi discrete soddisfazioni.