giovedì 14 maggio 2020

Tavosanis, L’italiano su Facebook fuori d’Italia

 
Copertina di «LId’O – Lingua italiana d’oggi», 14, 2017
Sull’ultimo numero della rivista «LId’O – Lingua italiana d’oggi» è uscito un mio contributo intitolato L’italiano su Facebook fuori d’Italia: emigrazione recente ed emigrazione di ritorno.
 
Sono molto soddisfatto della pubblicazione, perché mi sembra sia uno dei pochissimi tentativi di parlare, appunto, degli effetti linguistici dell’emigrazione recente e dell’emigrazione di ritorno. Cioè, in sostanza, del modo in cui mantengono l’uso dell’italiano da un lato i tantissimi italiani che negli ultimi anni sono andati all’estero, e dall’altro le tantissime persone di varia nazionalità che, pur avendo passato in Italia un periodo consistente (o addirittura tutta la vita!), se ne sono poi andate, rientrando spesso nel paese da cui venivano, o da cui venivano i loro genitori.
 
Quest’ultimo punto mi sembra particolarmente interessante, perché in Italia di questo tipo di parlanti si sa davvero poco – e aggiungerei che, almeno in alcuni casi, si vuole sapere poco. Per esempio, non sono riuscito a trovare nessuna stima affidabile su quante persone siano passate dall’Italia in questo modo, e quanto si siano fermate… Certo, più o meno si sa quanti sono gli stranieri residenti in un dato periodo. Non esiste però nessuna stima complessiva su quante persone, e di quale origine, abbiano trascorso per esempio almeno un anno in Italia. Eppure, da Facebook si ricava l’esistenza di un milione di persone che, nei paesi del Mediterraneo o in Europa orientale, si servono regolarmente della lingua italiana per comunicare. È quindi forte il sospetto che il numero si spieghi grazie all’emigrazione di ritorno, e che testimoni un buon grado di contatto con la comunità di lingua italiana anche da lontano.
 
Una ricerca è utile solo nella misura in cui sono affidabili i dati. Purtroppo, le informazioni provenienti da Facebook non sono pensate per uso linguistico: sono i numeri ricavabili dalla stima delle coperture delle campagne pubblicitarie in lingua italiana, e il modo in cui sono generati non è del tutto chiaro… Tuttavia, il confronto con situazioni in cui è possibile una conferma esterna fa pensare che siano piuttosto credibili, e che (con le dovute cautele) possano essere estesi anche alle altre situazioni di cui ho parlato.
 
Soprattutto, però, spero che questa ricerca preliminare, con tutti i suoi limiti, possa rappresentare uno stimolo per portare avanti il lavoro. Non sarebbe male se questo primo sguardo inducesse indurre altri a gettare luce su una realtà così poco conosciuta, e al tempo stesso così importante per il futuro della lingua italiana.
 
Mirko Tavosanis, L’italiano su Facebook fuori d’Italia: emigrazione recente ed emigrazione di ritorno, «LId’O – Lingua italiana d’oggi», 14, 2017 (ma 2020), pp. 113-127, € 20, ISBN 978-88-6897-193-9.
 

2 commenti:

  1. Ciao, ho conosciuto dei ragazzi in India che erano stati in Italia da bambini/ragazzi e tutti loro sono venuti poi a iscriversi a corsi d'italiano. Una si ricordava di Raffaella Carrà, un'altra parlava ancora con il fratello in italiano pur vivendo in India da anni...

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  2. Grazie per la segnalazione: sono casi interessantissimi! Sarebbe molto bello saperne qualcosa di più... Una ricerca sistematica, poi, sarebbe una cosa fantastica!

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