giovedì 24 ottobre 2013

Da Córdoba a Buenos Aires

 
 
La Manzana Jesuítica a Córdoba
Dei miei spostamenti in Sudamerica, l’unico aspetto che non mi è piaciuto è stato il poco tempo libero. Non ho avuto modo di fare il turista tradizionale, insomma; neanche in posti come il Perù, dove in poche ore di macchina si entra in un mondo diverso... credo!... e dove difficilmente capita di andare per altri motivi.
 
Oh, beh. Cose normali quando si viaggia per lavoro, e la giornata trascorsa a Córdoba è stata in compenso molto interessante. In buona parte, grazie alla gentilezza del dottor Cesare Vaccani dell’Istituto Italiano di Cultura, che mi ha cortesemente accompagnato negli spostamenti e anche a un piacevolissimo intermezzo con il Console Marco Matacotta Cordella e con il tenore Gianluca Zampieri, impegnato nell’Otello per le celebrazioni verdiane.
 
Il mio programma prevedeva due presentazioni, entrambe sull’italiano del web. La prima era alla Scuola Dante Alighieri, ed era rivolta soprattutto agli insegnanti (che comprendono anche studenti e laureati ICoN). La seconda era alla Facultad de Lenguas dell’Universitad Nacional, dove sono rimasto piacevolmente sorpreso dall’alto livello degli studenti – che hanno mostrato una conoscenza molto sofisticata della lingua.

Illuminazioni notturne a Córdoba

Il giorno dopo, valicando i 700 km di distanza grazie alle Aerolíneas Argentinas, mi sono spostato da Córdoba a Buenos Aires e sono stato accolto all’Istituto Italiano di Cultura dalla Direttrice, Maria Mazza, e dal Dirigente dell’ufficio scolastico Vittorio Dragonetti, oltre che da Marco Marica e Dora Pentimalli. La sala della presentazione era quasi monumentale, e il pubblico variato ma molto interessato. Anche a Buenos Aires sono poi presenti studenti e laureati ICoN!
 
Stamattina, tuttavia, mezza giornata libera me la sono ritrovata (la seconda in due settimane). Ne ho approfittato per andare a piedi lungo la calle Florida fino alla Casa Rosada e alla Plaza de Mayo: centro di molti telegiornali della mia adolescenza, e ancora oggi centro di molte proteste contro il governo. È più piccola di come me l’ero immaginata...

A passeggio per calle Florida

Il percorso è stato anche l’occasione di vedere da vicino le contraddizioni dell’Argentina di oggi. Che è un paese in crescita economica, ma con pesantissimi controlli sull’economia e molti canali di aggiramento: l’importazione di beni e servizi è difficile e il tasso di cambio ufficiale è ben lontano da quello reale. Al punto che la calle Florida in alcuni tratti sembra un curioso incrocio tra un coro e un mercato, con decine di persone che gridano “cambio! cambio!” ai passanti.
 
Ma le contraddizioni assumono anche forme decisamente peggiori. Arrivando dall’Aeroparque Jorge Newbery in centro, per esempio, si costeggia una delle grandi baraccopoli (“Villas miserias”) di Buenos Aires, la Villa 31. Il contrasto con l’aspetto europeo dei quartieri principali non potrebbe essere più marcato.
 
Nel pomeriggio, comunque, ho avuto la fortuna di poter visitare anche la Scuola Cristoforo Colombo, grazie alla professoressa Renata Bruschi, e di parlare con il Preside Olmi. Anche in questo caso la struttura si è rivelata di ottimo livello… qui mi si vede di passaggio nei corridoi delle elementari:


Scuola Cristoforo Colombo a Buenos Aires

Alla fine ho concluso il soggiorno con una visita a una delle “librerie più belle del mondo”, o almeno delle più spettacolari: la Grand Splendor della catena Ateneo, in Avenida Santa Fe. Sistemata in un cinema ristrutturato, è un posto in cui ci si può sistemare con tutta calma a leggere in una poltrona su un palchetto, o al tavolino del bar interno. Io ne ho approfittato alla grande, anche se i prezzi ufficiali rendono gli acquisti poco convenienti.


Bene, questo è tutto. Domani mattina mi aspetta un lungo volo sull’Atlantico. L’Argentina è invitata a non piangere per me! Anche perché spero di ritornare presto, e con un po’ più di calma.
 

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