Rosario, terza città dell’Argentina, si stende sulla sponda destra del Río Paraná. Il centro abitato è stato per lungo tempo separato dal fiume dalle infrastrutture portuali e dal muro che le circondava; negli ultimi anni, però, il porto è stato spostato a monte e l’area che occupava è oggi diventata un passeggio popolare. Il che, come mi è stato spiegato, ha cambiato molto il rapporto tra Rosario e il suo fiume.
Anche il principale punto di riferimento della città, il monumento alla Bandiera argentina (usata qui per la prima volta), non solo sorge sulla riva ma dedica al Paraná un’imponente statua. All’interno della struttura, una solenne citazione avverte che “La bandera que alzóse / en el Rosario / del argentino es gloria / o es sudario”. Pochi passi più avanti, il monumento agli ultimi per cui è stata sudario: i caduti nelle Falkland.
In un contesto meno malinconico, invece, sabato mattina ho partecipato alla conclusione del corso di aggiornamento per docenti La lingua italiana di oggi nella didattica L2 organizzato dal Consolato Generale d’Italia a Rosario e da ICoN. La sede era la sezione storica del Consolato, in una bellissima casa signorile d’inizio Novecento. Il Console Giuseppe D’Agosto ha consegnato i diplomi e io ho finalmente avuto la possibilità di conoscere di persona i corsisti e altri studenti o laureati ICoN. Ma, soprattutto, Marcello Garbati, il dirigente scolastico che ha organizzato il corso e che mi gentilmente accompagnato, assieme a sua moglie, in giro per Rosario. E Loredana Cappai, lettrice MAE, che ha gestito ottimamente gli appuntamenti in presenza. Più diverse docenti e corsiste. L’accoglienza è stata splendida e amichevolissima!
A fine cerimonia ho fatto una presentazione complessiva delle attività del Consorzio. Va detto però che l’evento è stato quasi imbarazzante, per tutte le lodi che sono state espresse nei confronti sia del corso sia di ICoN in generale! L’attività che abbiamo svolto, a quel che sembra, viene incontro a un’esigenza precisa e molto sentita, soprattutto in un momento in cui i tagli costringono a ridurre il numero di formatori inviati direttamente dall’Italia. L’Argentina sta vivendo un periodo di grande crescita economica, ma al tempo stesso ha bloccato o reso difficili molte importazioni – a cominciare da quella di libri e materiali didattici. Aver realizzato un’attività di aggiornamento a basso costo ha permesso senz’altro di migliorare l’offerta nel settore in un momento complicato.
La domenica, invece, mi sono ritrovato con la mattina libera, in attesa della partenza per Córdoba. Il Paranà scende dal Brasile, attraversa il Paraguay e arriva a Rosario con un colore marroncino non particolarmente invitante, ma la sua sponda sinistra è del tutto disabitata, o meglio, è fatta da un intrico di isole e canali che dà molto respiro al panorama urbano. Ho provato quindi innanzitutto a unirmi a una delle escursioni che partono dall’Estacion Fluvial, in centro, e permettono di rientrare in kayak (mezzo di trasporto che a me piace molto) passando appunto dai canali secondari. Mentre stavamo per imbarcarci, però, è arrivato un acquazzone niente male… escursione cancellata all’ultimo minuto!
Per recuperare lo smacco sono andato a passeggio sui lunghi viali che costeggiano appunto il Paranà. E, man mano che il cielo si rischiarava, mi è venuta un’idea: perché non andare a fare il bagno? In fin dei conti Rosario ha un po’ di spiagge attrezzate dove si può appoggiare lo zaino in ragionevole sicurezza.
Così alla fine ho preso un taxi e sono andato al Balneario La Florida, poco prima del Ponte de la Vitoria. Ingresso, cambio, tuffo. Una corda a pochi metri dalla riva isola l’area in cui si può fare il bagno e io ne ho approfittato. Lo spettacolo non era male, perché davanti al bagnante passa una bella sezione del commercio mondiale: grandi navi mercantili risalgono vuote il fiume e navi altrettanto grandi lo discendono, cariche di soia, pronte a sfamare la Cina. Il fondo, certo, era una fanghiglia, e l’acqua non particolarmente invitante, ma dal punto di vista di chi ha nuotato nel Gange a Varanasi… Soddisfatto, mi sono messo a sguazzare tra le onde. Nemmeno troppo fredde, a dire il vero. Del resto il fiume scende dal Brasile, e dai Tropici.
Poi rientro in centro, aggirando lo stadio dove orde di tifosi stavano convergendo per la partita Central Rosario – Newell’s. E fermata alla stazione degli autobus, in attesa del primo servizio “semicama” per Córdoba. Sei ore di autobus, e pronto per la prossima.
io invece non ho avuto il coraggio di fare il bagno!!
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