martedì 12 novembre 2013

Twittando sui libri di testo

 
 
Sabato ho partecipato (come semplice ascoltatore, finalmente) alla prima metà del convegno Uno, nessuno, centomila. Libri di testo e risorse digitali per la scuola italiana in Europa. All’interno dell’organizzazione spiccava Gino Roncaglia, che è oggi il massimo esperto italiano su questo genere di problemi e sarebbe anche la persona giusta per coordinare altre iniziative intelligenti nel settore...
 
Dalla tavola rotonda è venuto poi fuori un quadro molto articolato della situazione. Certo, i luoghi comuni non sono mancati (in particolare continuo a trovare estremamente approssimative le osservazioni di Roberto Maragliano), e non sono mancate nemmeno le posizioni di chi sostiene che occorre lanciarsi sul digitale e sulle reti sociali in base alla non impeccabile argomentazione “perché sì”. O meglio, “perché gli studenti sono lì”. È stato invece un peccato che non fossero presenti rappresentanti delle posizioni opposte, a cominciare da Roberto Casati, che pure è stato evocato diverse volte. In totale, però, prendendo il meglio dalle varie posizioni esposte non si otterrebbe un brutto risultato!
 
Tutto il dibattito giornalistico sui libri di testo in effetti è ben poco centrato sulla realtà. Io ho parlato dell’argomento in diverse occasioni, ma c’è ancora difficoltà a ricordare che, per esempio, già oggi anche gli insegnanti più tradizionali selezionano libri di testo, esercizi, attività – e propongono spesso materiali realizzati o selezionati in autonomia.
 
Quindi la domanda di base è: come si fa ad avere materiale didattico utilizzabile? Molto dipende dal tipo di didattica che si vuole realizzare. Il classico libro di testo è però una risposta sorprendentemente valida e resistente a questo problema. Le fotocopie, inoltre, hanno dato una flessibilità nuova ai materiali cartacei (sembra che i sostenitori delle soluzioni elettroniche non abbiano mai sentito parlare di fotocopie, o non abbiano mai visto un recente quaderno di prima elementare…), mentre le risorse disponibili in rete sono già ampiamente utilizzate. Insomma, non siamo certo in un mondo fatto di bianco e di nero.
 
Il convegno comunque per me è stato anche anche l’occasione di provare finalmente a twittare in diretta tra altre persone che facevano lo stesso. Grazie all’hashtag #scuoladigitale un buon numero di partecipanti ha potuto scambiarsi al volo sintesi e giudizi: una sintesi è stata messa in linea da @mediadigger. Anche da questo punto di vista, la giornata è stata estremamente istruttiva.
 

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