I problemi con i libri da annotare spingono a riflettere sul modo in cui lavoro con i libri - e in generale, sul modo in cui lavoro. Io e molti altri.
Oggi, per esempio, si lavora spesso con i file Pdf, di solito aperti con il semplice Acrobat Reader. Il che significa innanzitutto: nessuna possibilità di modificare il testo (punto su cui tornerò più avanti). E problemi aggiuntivi, a cominciare dall'impossibilità di riaprire il file là dove si era interrotta la lettura la volta precedente. Al solito, in un libro a volte le pagine si aprono da sole al punto in cui eravamo rimasti, e alla peggio si può usare un segnalibro... ma perfino il lettore di file Pdf di Air Sharing per iPhone offre lo stesso servizio; e così molti altri programmi paragonabili.
Non, però, il classico Acrobat Reader. Che tra l'altro, in modalità schermo intero, mi lascia una sensazione strana: come se il libro fosse lì, dietro lo schermo del computer, intrappolato letteralmente sotto un vetro.
Per fare un passo avanti mi sono quindi installato Adobe Digital Editions (gratuito, come il Reader) e ho fatto qualche prova di lettura. I risultati non sono stati entusiasmanti. E' vero che, a differenza della versione base, Digital Editions ricorda l'ultima pagina aperta di un documento già letto; ma per il resto mostra limiti curiosi.
Innanzitutto non legge tutto ciò che il Reader è capace di aprire. Per esempio, l'edizione Pdf di Libraries of the Future di Licklider (otto mega di file) si apre con il Reader, ma non con Digital Editions. Lo stesso per The Wealth of Networks di Yochai Benkler, che ho messo in programma per il corso di Linguaggio del web del prossimo semestre. E così via. In generale, i problemi nascono su file piuttosto grossi - cioè proprio quelli su cui la funzione di "riapertura automatica" sarebbe particolarmente utile.
Poi, non c'è una modalità a schermo intero, analoga al classico ctrl+L del Reader. O perlomeno, anche guardando la documentazione io non sono stato capace di trovarla. E così, un testo su fogli A4 o assimilabili lascia comunque parecchio margine attorno alla pagina e riesco a leggerlo solo se i caratteri sono grandi. Se sono piccoli, la pagina intera diventa visibile solo facendo scorrere i contenuti.
Infine, si possono inserire segnalibri, ma le funzionalità sono molto limitate e, per esempio, non si può semplicemente evidenziare una parte di testo.
In positivo, il programma dispone di una funzione "libreria", che mostra anche qualche dato sui file inseriti. Però i file vanno individuati a mano, e non c'è l'analogo delle funzioni "Cerca sul tuo computer" che permettono di costruire librerie di foto (p. es. con Picasa) o di brani musicali (p. es. con iTunes). Diciamo che andare in caccia della libreria fa capire quanti Pdf si accumulino sul computer, e quanto poi sia difficile anche solo capire di che cosa si tratta in base al semplice nome del file ("prc00456.pdf": che cosa sarà mai?).
In definitiva: Digital Editions non può sostituire il semplice Reader. Toccherà tenerseli tutti e due, in attesa che venga fuori qualche cosa di meglio. A meno di non spendere qualcosa per verificare i programmi analoghi a pagamento...
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8 ore fa
2 commenti:
@Prof. Tavosanis !, sono un ricercatore / mi occupo di psicologia del sistema visivo / le potrei chiedere di parlar_mi più diffusamente di quella sensazione che
le descrive così:
_in modalità schermo intero, mi lascia una sensazione strana: come se il libro fosse lì, dietro lo schermo del computer, intrappolato letteralmente sotto un vetro.
Leggo ogni suo commento / complimenti vivissimi per il suo lavoro.
Vincenzo
+
Ciao, Vincenzo! Grazie per i complimenti... e per la faccenda del "sottovetro" provo ad aggiungere qualcosa. In sostanza, un Pdf ben impaginato mi dà un'impressione diversa rispetto a quella di altri file di testo, aperti per esempio con un programma di scrittura. E' un po' come se fosse una fotografia del testo originale, o una fotocopia, piuttosto che un file come tutti gli altri. Forse solo perché è impaginato meglio?
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