venerdì 26 gennaio 2018

Tavosanis, Lingue e intelligenza artificiale

  
 
Mirko Tavosanis, Lingue e intelligenza artificiale
È appena arrivato in libreria il mio nuovo libro: Lingue e intelligenza artificiale, pubblicato da Carocci.
 
Ci tengo a dire che alla base del libro c’è una pura curiosità personale. Qualche tempo fa mi sono infatti chiesto: quanto bene funzionano i sistemi moderni di elaborazione del linguaggio naturale? Io sono un “addetto ai lavori” attivo in un settore strettamente affine, ma mi sono accorto che la risposta non era ovvia né facile da trovare.
 
Uno dei motivi dietro a queste difficoltà è il fatto che i discorsi in materia sono immersi in un mare di esagerazioni. In fin dei conti, che i sistemi informatici siano capaci di trascrivere il parlato o di tradurre testi ho cominciato a sentirlo dire trent’anni fa. Ricordo bene, per esempio, un bravo editore italiano che nel 1990 dichiarava di aver assistito alla prova di sistemi automatici di traduzione e dichiarava che erano in grado di tradurre bene narrativa e saggistica. Già all’epoca trafficavo un po’ con queste cose e sapevo bene che nulla di tutto questo era vero; o meglio, che le prestazioni che venivano vantate erano remotissime da quelle che si potevano ottenere in circostanze reali. Con un po’ di esagerazione, ma non troppa, si può dire che a quei tempi i sistemi di trascrizione non trascrivevano e i sistemi di traduzione non traducevano.
 
Da qualche anno, però, mi sono accorto con piacere che le cose sono cambiate. Finalmente alcuni di questi sistemi funzionano e si possono usare nella vita di tutti i giorni. Solo che non sono perfetti… e non è chiaro quali cose funzionino bene e quali no. Le informazioni pubblicate sono poche e ben nascoste.
 
A un certo punto, quindi, mi sono detto che mi interessava avere dati più precisi. In particolare, mi interessava capire quanto funzionassero i sistemi che avevano un rapporto con il parlato e quelli che possono vantare l’apporto di tecniche nuove, definite genericamente come tecniche di “intelligenza artificiale”.
 
Uno dei motivi per cui questa curiosità era forte è stato il rapporto con la scrittura. A me interessa soprattutto la lingua scritta, e questi sistemi in alcuni casi sembrano permettere cose che in precedenza solo la scrittura poteva fare. Per questo, tra l’altro, ho aperto un blog dedicato alle interfacce vocali.
 
La risposta alla domanda di base, comunque, è rimasta molto sfaccettata. Diciamo che, nella mia prospettiva, le prestazioni dei sistemi si sono rivelate sorprendentemente buone per quanto riguarda la traduzione del “parlato letto”, sorprendentemente cattive per quanto riguarda la trascrizione di conversazioni spontanee, mediocri ma sorprendentemente utili per quanto riguarda la traduzione da una lingua all’altra, sia nello scritto sia nel parlato… In molti casi, i risultati che sono riuscito a misurare sono stati molto diversi da quelli che mi sarei aspettato.
 
In aggiunta a questi numeri ho poi cercato di fare qualche speculazione sull’utilità futura di questi sistemi. Qui il discorso ha dovuto intrecciare le prospettive informatiche (che conosco poco) e quelle storico-linguistiche (che invece spero di conoscere abbastanza bene). Il risultato lo giudicheranno i lettori. Per me, in ogni caso, c’è la soddisfazione di essermi tolto diverse curiosità e di essere passato, spero, alla fase successiva.
 
Oltre che nelle librerie tradizionali, il libro è disponibile anche attraverso canali di vendita come Amazon. Spero che in tempi ragionevoli sia possibile avere anche una versione come e-book.
 
Mirko Tavosanis, Lingue e intelligenza artificiale, Roma, Carocci, 2018, pp. 126, € 12, ISBN 978-88-430-9013-6.
 
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