lunedì 4 marzo 2024

Marzo nelle / per le scuole


 
Non si può dire che l’inverno ripafrattese sia stato freddo… ma è stato comunque un periodo di letargo! Io riparto a marzo, con una serie di incontri per studenti e docenti. Tutti naturalmente dedicati al rapporto tra didattica e Intelligenza artificiale: un tema che in questo periodo – in modo del tutto ragionevole – attira molto l’attenzione in ambito scolastico.
 
Innanzitutto, terrò una serie di seminari nelle scuole all’interno dell’iniziativa Pianeta Galileo della Regione Toscana. Nell’ordine:
  • 6 marzo: Liceo della Comunicazione San Bartolomeo a Sansepolcro
  • 12 marzo: ITI G. Marconi a Pontedera
  • 26 marzo: ITS Marchi-Forti a Pescia
Il pomeriggio del 21 invece sarò a Torino, al Liceo Statale Regina Margherita, per un evento formativo organizzato dai docenti della Rete dei licei economico-sociali della Valle d’Aosta e del Piemonte.
 

martedì 21 novembre 2023

IA e diritto d’autore sul sito Treccani

 
Sul Magazine Treccani è uscito uno Speciale curato da Marco Brando e dedicato a Social network: il controllo dei contenuti tra censura e libertà di espressione. All’interno c’è anche un mio contributo, che si intitola Lo “stile” dell’intelligenza artificiale che censura il diritto d’autore ma in effetti è soprattutto una presentazione sintetica del rapporto tra sistemi generativi come ChatGPT e il diritto d’autore.
 
La questione è strutturale, nel senso che i sistemi generativi attuali si basano sull’elaborazione di raccolte molto ampie di testi scritti da esseri umani, e solo grazie a questa elaborazione possono scrivere testi “nuovi”. Questo modo di lavorare rappresenta una violazione del diritto d’autore? Secondo me, no – perché non c’è un rapporto diretto riconoscibile tra fonti e prodotti, e in fin dei conti le modalità di apprendimento usate dai sistemi generativi appaiono da questo punto di vista paragonabili a quelle usate dagli esseri umani. Personalmente, lavorando con ChatGPT e altri sistemi generativi, nelle risposte a richieste generiche non ho mai avuto l’impressione di stare leggendo i testi di uno specifico autore umano.
 
Un problema si crea però senz'altro nel caso di imitazioni dello stile di un autore specifico, cioè le situazioni in cui si chiede per esempio di presentare testi “nello stile di Gadda” (con risultati a volte non disprezzabili). Per la generazione di immagini, in effetti, la questione è centrale e ci sono state numerose rivendicazioni esplicite in proposito. Per le parole, tuttavia, anche le caratteristiche di uno “stile” linguistico specifico rimangono talmente generiche, e le restrizioni poste da una lingua talmente forti, che è difficile considerare la semplice imitazione di uno stile una violazione del diritto d’autore. A differenza dei segni lasciati da una matita o da un pennello, le parole di una lingua sono in sostanza mattoncini preesistenti che possono essere combinati in modi sì originali, ma sottoposti a molti vincoli grammaticali! Tuttavia, è ovvio che proprio la richiesta di scrivere “nello stile di” pone qualche complicazione.
 
In sintesi: c’è materia di riflessione per gli avvocati… ma anche per i linguisti.
 

martedì 14 novembre 2023

Gli appuntamenti di novembre

  
 
Sezione di immagine di Jackson Dame (@jacksondame) ricavata da Arrival e pubblicata su Twitter
Appuntamenti del novembre 2023 (e in parte del dicembre)… Innanzitutto, stasera, martedì 14 novembre, alle 20:30 sarò al Cinema Arsenale di Pisa dove presenterò assieme a Sergio Giudici il film Arrival. Si tratta di fantascienza e linguistica, quindi mi sento particolarmente a mio agio!
 
Sabato 18 novembre, alle 15:30 sarò invece a Padova, in sala Nievo a Palazzo Bo, per parlare de L’influenza dell’intelligenza artificiale nella produzione scritta e orale. L’intervento si inserisce nella IV edizione del festival Chiavi di volta, organizzato dagli Alumni della Scuola galileiana dell’Università di Padova.
 
Infine, giovedì 30 novembre e venerdì 1 dicembre parteciperò al convegno finale del PRIN UniverS-ITA, PRIN di cui sono uno dei componenti. Il convegno si svolgerà a Bologna e io parteciperò a due interventi nel pomeriggio del 1 dicembre: 
  •  ore 16:00: Le raccomandazioni per la scrittura universitaria. Manuali, declaratorie, obiettivi formativi (Francesca Gallina, Salvatore Orlando e Mirko Tavosanis) 
  • ore 16:40: Linee guida per la scrittura universitaria e prototipi per un laboratorio di scrittura (Francesca Gallina, Alessandro Iannella, Salvatore Orlando e Mirko Tavosanis)
 

giovedì 12 ottobre 2023

Wu Ming, UFO 78


 
Copertina di UFO 78 dei Wu Ming
Quest’estate ho letto con divertimento e soddisfazione UFO 78 dei Wu Ming. Per chi ha ricordi dell’anno 1978, in effetti, credo sia difficile restare indifferenti… non sciupo la sorpresa a nessuno, penso, se dico che uno dei protagonisti del romanzo, Martin Zanka, è una versione alternativa di Peter Kolosimo, impegnato in frequenti discussioni con il suo editore “Pablo Pepper”.
 
Dal punto di vista narrativo, la storia parte da un classico antefatto da romanzo giallo: la scomparsa nel 1975 di due ragazzi durante un soggiorno sul monte Quarzerone, in Lunigiana. La gestione di questa componente, soprattutto nella parte finale, non soddisfa del tutto dal punto di vista narrativo. Nella mia prospettiva, però, la cosa è del tutto secondaria. Il motivo di interesse del romanzo sta soprattutto nella sua descrizione a distanza (in prospettiva quasi antropologica) dell’ambiente e del periodo, cioè dell’Italia del 1978.
 
Oggi è straniante ripensare a quel remoto passato. Chi l’ha vissuto da bambino, forse è rimasto coinvolto in un’ansia millenarista che pareva confermata dagli eventi. L’avvistamento di UFO era una faccenda quotidiana, e non solo i libri di Peter Kolosimo e le produzioni affini, ma anche i canali istituzionali, dai telegiornali ai film, non facevano che aumentare le aspettative in materia. Per chi dava fiducia ai mezzi di comunicazione dell’epoca (altro che fake news!) era lecito aspettarsi che da un giorno all’altro gli extraterrestri si sarebbero palesati e avrebbero accompagnato l’umanità a un nuovo livello di coscienza. E del resto, anche a un livello più terreno in quell’anno non mancavano i segni della fine del vecchio mondo, in buona parte descritti o accennati nel romanzo: i sommovimenti politi e sociali, la minaccia di guerra nucleare, la diffusione dell’eroina, le tensioni sull’aborto, il rapimento di Moro, la scomparsa in rapida successione di due papi e l’arrivo di un terzo dalla remota Polonia, e così via…
 
Alla fine, comunque, la palingenesi non c’è stata. Gradualmente, gli UFO sono scomparsi dai telegiornali della sera e i cambiamenti sociali sono stati gestiti, in positivo e in negativo, secondo modalità non troppo innovative. Certo, il cambiamento consiste soprattutto nel fatto che chi all’epoca era bambino è cresciuto – ma non ha contato solo il livello individuale, perché anche la società è davvero cambiata e ha abbandonato tante vecchie idee; quanto le nuove idee siano migliori è però questione ancora aperta.
 
Il ricordo del periodo non mi lascia una vera nostalgia. L’eccitazione del 1978, in fin dei conti, si fondava su ingenuità, errori e conoscenze incomplete. Però qualche risonanza ancora c’è: la possibilità che le cose possano cambiare continua a essere fondamentale, nella mia prospettiva. E nel libro non mancano le parti in grado di attivare queste risonanze. Per esempio, quella in cui gli ufologi torinesi vanno a vedere Incontri ravvicinati del terzo tipo (pp. 28-39); oppure la “Bibliografia selettiva” delle pagine 499-500, con la sua lista di pubblicazioni collegate alle vicende descritte nel romanzo, con una serie di titoli inesistenti nella nostra realtà ma perfettamente realistici e in grado da soli di dare concretezza a un mondo. Insomma, non solo ho letto il romanzo molto volentieri, ma spero di poter tornare prima o poi a leggere qualcosa del genere.
 
Wu Ming, UFO 78, Torino, Einaudi, 2022, pp. 606, € 21, ISBN 978-88-06-24891-8. Copia letta come graditissimo prestito.
 

venerdì 22 settembre 2023

Convegni e presentazioni


 
Locandina del Festival Treccani della lingua italiana
Si riparte! Nelle prossime settimane parteciperò a diversi convegni e presentazioni. Tutti più o meno collegati al rapporto tra lingue e intelligenza artificiale.
 
Si inizia oggi pomeriggio, 22 settembre, con un intervento all’interno del Festival Treccani della lingua italiana, a Lecco. Questa edizione del festival è dedicata al tema dello stupore, e io parlerò assieme a Giuliana Fiorentino alle 17 sul tema Non solo immagini: stupire con le parole del web 3.0. Non credo però di suscitare stupore in nessuno preavvisando che la mia parte di intervento sarà dedicata soprattutto al modo in cui i sistemi di intelligenza artificiale oggi permettono di ricavare immagini a partire dalle parole – spesso con finalità di stupore!
 
Il 28 settembre sarò invece keynote speaker (così si dice…) alla prima conferenza internazionale Automated texts In the ROMance languages (Ai-ROM) a Dresda. Questa in particolare è la prima conferenza internazionale del suo genere, e mi aspetto di imparare moltissime cose dagli altri interventi! Lato mio, parlerò in italiano a proposito del Valutare i testi generati: contatti e divergenze rispetto alla valutazione dei testi scritti da esseri umani.
 
Il 17 ottobre, infine, sarò a Brescia al settimo convegno LES, organizzato dalla rete dei Licei economico sociali. Il titolo del convegno è Il Liceo della contemporaneità orienta al futuro: Metaverso, Intelligenza artificiale e transizione digitale, e io sono stato invitato a tenere un intervento nella II sessione, dalle 16:15 alle 17:30. Anche qui naturalmente parlerò di intelligenza artificiale. Tuttavia, mi sono riservato ancora un po’ di tempo prima di indicare il titolo esatto del mio intervento: gli sviluppi sono tanto rapidi che, credo, ciò che potrò dire il mese prossimo sarà molto diverso da ciò che potrei dire adesso.
 
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