Quest’estate ho letto con divertimento e soddisfazione UFO 78 dei Wu Ming. Per chi ha ricordi dell’anno 1978, in effetti, credo sia difficile restare indifferenti… non sciupo la sorpresa a nessuno, penso, se dico che uno dei protagonisti del romanzo, Martin Zanka, è una versione alternativa di Peter Kolosimo, impegnato in frequenti discussioni con il suo editore “Pablo Pepper”.
Dal punto di vista narrativo, la storia parte da un classico antefatto da romanzo giallo: la scomparsa nel 1975 di due ragazzi durante un soggiorno sul monte Quarzerone, in Lunigiana. La gestione di questa componente, soprattutto nella parte finale, non soddisfa del tutto dal punto di vista narrativo. Nella mia prospettiva, però, la cosa è del tutto secondaria. Il motivo di interesse del romanzo sta soprattutto nella sua descrizione a distanza (in prospettiva quasi antropologica) dell’ambiente e del periodo, cioè dell’Italia del 1978.
Oggi è straniante ripensare a quel remoto passato. Chi l’ha vissuto da bambino, forse è rimasto coinvolto in un’ansia millenarista che pareva confermata dagli eventi. L’avvistamento di UFO era una faccenda quotidiana, e non solo i libri di Peter Kolosimo e le produzioni affini, ma anche i canali istituzionali, dai telegiornali ai film, non facevano che aumentare le aspettative in materia. Per chi dava fiducia ai mezzi di comunicazione dell’epoca (altro che fake news!) era lecito aspettarsi che da un giorno all’altro gli extraterrestri si sarebbero palesati e avrebbero accompagnato l’umanità a un nuovo livello di coscienza. E del resto, anche a un livello più terreno in quell’anno non mancavano i segni della fine del vecchio mondo, in buona parte descritti o accennati nel romanzo: i sommovimenti politi e sociali, la minaccia di guerra nucleare, la diffusione dell’eroina, le tensioni sull’aborto, il rapimento di Moro, la scomparsa in rapida successione di due papi e l’arrivo di un terzo dalla remota Polonia, e così via…
Alla fine, comunque, la palingenesi non c’è stata. Gradualmente, gli UFO sono scomparsi dai telegiornali della sera e i cambiamenti sociali sono stati gestiti, in positivo e in negativo, secondo modalità non troppo innovative. Certo, il cambiamento consiste soprattutto nel fatto che chi all’epoca era bambino è cresciuto – ma non ha contato solo il livello individuale, perché anche la società è davvero cambiata e ha abbandonato tante vecchie idee; quanto le nuove idee siano migliori è però questione ancora aperta.
Il ricordo del periodo non mi lascia una vera nostalgia. L’eccitazione del 1978, in fin dei conti, si fondava su ingenuità, errori e conoscenze incomplete. Però qualche risonanza ancora c’è: la possibilità che le cose possano cambiare continua a essere fondamentale, nella mia prospettiva. E nel libro non mancano le parti in grado di attivare queste risonanze. Per esempio, quella in cui gli ufologi torinesi vanno a vedere Incontri ravvicinati del terzo tipo (pp. 28-39); oppure la “Bibliografia selettiva” delle pagine 499-500, con la sua lista di pubblicazioni collegate alle vicende descritte nel romanzo, con una serie di titoli inesistenti nella nostra realtà ma perfettamente realistici e in grado da soli di dare concretezza a un mondo. Insomma, non solo ho letto il romanzo molto volentieri, ma spero di poter tornare prima o poi a leggere qualcosa del genere.
Wu Ming, UFO 78, Torino, Einaudi, 2022, pp. 606, € 21, ISBN 978-88-06-24891-8. Copia letta come graditissimo prestito.
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