martedì 11 gennaio 2022

Harris, Beyond the Horizon

  
Copertina di Beyond the Horizon di John Harris
C’era un tempo, quando ero bambino e ragazzo, in cui l’illustrazione di fantascienza mi colpiva molto. Le immagini di artisti come Karel Thole, Chris Foss, Michelangelo Miani o Paul Lehr mi lasciavano un’impressione fortissima, specie se collocate sulla copertina di qualche libro o rivista. Il picco, direi, è stato tra 1976 e 1984; dopodiché è cambiato il mondo. E soprattutto, com’è ovvio, sono cambiato io.
 
Qualche mese fa, durante uno dei periodi di isolamento ho provato a vedere se le sensazioni fossero ancora lì e ho comprato Beyond the Horizon di John Harris. È un bel libro d’arte, però, no, le sensazioni non sono ancora lì. Le pennellate indistinte e vagamente alla Turner di questi dipinti sono molto professionali, ma a guardarle non è più il Mirko di qualche decennio fa. 

Certo, l’impatto visivo resta forte:

Harris a doppia pagina

Tuttavia, a parte qualche eccezione, i paesaggi di altri mondi mi lasciano abbastanza indifferente, e i testi di accompagnamento sono in alcuni casi irritanti (e con qualche errore grammaticale). I dipinti più energici mi piacciono, quelli che dovrebbero essere più malinconici mi sembrano di qualità inferiore. L’aspetto più interessante sono forse le scelte cromatiche insolite, con tinte pastello: una buona selezione si può vedere sul sito di Alison Eldred.
 
Mi ha sorpreso semmai vedere che Harris è attivo nel settore dagli anni Settanta. Non solo non lo ricordavo da quegli anni, ma i dipinti che ha fatto in quel periodo sembrano ancora contemporanei! E, altra sorpresa, Harris ha realizzato opere di buon livello come copertine per romanzi di basso profilo, tipo quelli di Orson Scott Card, o magari decorosi ma marginali, come la serie di Stazione ospedale di James White (sì, c’era un tempo in cui leggevo i romanzi di James White!). Scorrendo i titoli si ha la sensazione di guardare con coerenza le riserve di una squadra, non i giocatori in campo.
 
Nel frattempo, poi, sui libri che conosco si sono accumulati quelli di generazioni più recenti – in particolare quelli di John Scalzi, con cui Harris ha evidentemente un rapporto privilegiato. L’esito finale è qualcosa di insolito. Non è un paesaggio sgradevole, ma nemmeno qualcosa che abbia voglia di rivistare troppo.
 
John Harris, Beyond the Horizon, Londra, Titan Books, 2014, pp. 160, ISBN (edizione tascabile) 978-1-781168424, £ 24,99.
 
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