sabato 26 marzo 2016

Ventura, L’uomo a cavallo

Un cavaliere assiro; da: Piero Ventura, L’uomo a cavallo
Non c’entra molto con il resto del blog… ma qualche settimana fa, alla Biblioteca Comunale di Pisa, sono incappato per caso in un interessante libro illustrato di Piero Ventura, L’uomo a cavallo.
 
Non è un libro nuovo, perché è stato pubblicato da Mondadori nel 1980 e non è mai stato riedito o ristampato. Rivolto a un pubblico di ragazzi (11-15 anni?), è un vistoso rilegato dalle misure insolite, che all’epoca veniva venduto con custodia. Le pagine, 92 e non numerate, sono infatti larghe 32,5 centimetri e alte 26, e il libro aperto produce uno spettacolare spazio bianco di 65 x 26. Dico “bianco” perché il colore della carta domina su tutto, creando uno sfondo che l’autore sfrutta bene per comporre dettagliatissime scene di massa.

Del suo autore non so quasi nulla. Vedo dalle informazioni disponibili in rete che è nato nel 1938 e vedo anche la sua intensa attività di illustratore di libri per bambini e ragazzi. Nel caso di questo libro comunque si nota anche la sua buona capacità di scrittore divulgativo. L’uomo a cavallo racconta infatti, con competenza, la storia del rapporto tra esseri umani e cavalli dalla preistoria a oggi.

A farlo spiccare in mezzo a prodotti simili ci sono però le illustrazioni. Di taglio molto fumettistico e divulgativo, includono letteralmente centinaia di figurine viste di regola da lontano, da varie angolazioni, e perse in questo sfondo bianco. In alcuni casi il bianco è reale, come nell’illustrazione dedicata alla ritirata di Russia; di regola è invece semplicemente lo sfondo. Ecco un particolare (sic!) di una carica di cavalleria:

Una carica di cavalleria napoleonica; da: Piero Ventura, L’uomo a cavallo

Non so come mai questa impostazione mi è piaciuta così tanto. Non so neanche se il libro sarebbe riproponibile oggi, in mezzo a produzioni più sofisticate: queste figurine viste da lontano sono, ahimè realisticamente, anche impegnate in scene di massacro e di fuga da violenze sessuali. Però, guardando anche a quel che si vede su WinkBooks e così via, non ho dubbi. Questo è un libro che non solo “appartiene alla carta”, ma che nasce dalla possibilità di usare bene lo sfondo bianco per evocare tutto il mondo.
 

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