Per il prossimo anno accademico (2015-2016) ho deciso di dedicare il primo modulo di uno dei miei corsi al tema La variazione linguistica tra scritto e parlato.
La definizione potrebbe suonare goffa: in fin dei conti, per descrivere questo tipo di variazione linguistica si usa spesso, almeno in Italia, l’etichetta di “variazione diamesica”. Questa etichetta mi sembra però, tutto sommato, non molto adatta e sento molto il bisogno di chiarirmi le idee in proposito… una serie di pubblicazioni recenti mi incoraggia in questa direzione.
Il modulo presenterà il rapporto tra scritto e parlato partendo dal caso molto specifico dell’italiano. Tuttavia, spero di potermi allargare spesso a questioni più generali! Nonché di presentare contemporaneamente sia, secondo una tradizionale descrizione linguistica, le caratteristiche che distinguono scritto e parlato, sia, in modo più originale, le attività che oggi vengono svolte attraverso il parlato oppure attraverso lo scritto. Il che oggi porta anche a occuparsi dei dispositivi elettronici per la dettatura, ai lavori svolti attraverso Siri e Cortana e così via.
In passato mi sono già occupato di argomenti simili in diversi post su questo blog, tra cui:
Il corso fa parte della Laurea magistrale in Informatica umanistica dell’Università di Pisa. Le lezioni dovrebbero partire nell’ultima settimana di settembre.
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