martedì 24 novembre 2020

Giacche e calzoncini


 
Più passa il tempo, meno mi dà fastidio lasciare le cose del passato. Anzi, alleggerirmi mi fa piacere… e, anche dal punto di vista pratico, negli ultimi giorni ho fatto un bel po’ di pulizia tra vestiti e scarpe. Quello che non posso o non voglio più usare è stato quindi accompagnato al contenitore della San Vincenzo in via Lucchese.
 
Alcune cose però le ho accompagnate meno volentieri. Per esempio, una vecchia giacca antivento della Decathlon, da venti euro o giù di lì. Era una giacca di plastica, di bassa qualità, ma che si è rivelata perfettamente funzionale in un sacco di occasioni. Non so quando l’ho comprata… ce l’avevo già, sicuramente, nell’aprile del 2007 e me la vedo addosso in una foto davanti al ponte del Firth of Forth, in Scozia, nel luglio sempre del 2007:


  
Qualche anno più tardi il suo cappuccio staccabile era rimasto in un bar di Toirano; era tutta chiazzata di vernice e ormai il rivestimento esterno si lacerava da solo. Però ci avevo avvoltolato dentro mia figlia diverse volte, per farla dormire a terra al caldo, quando aveva due o tre anni e la portavo nello zaino a fare lunghe camminate. Per esempio, una indimenticabile – per me – sulle spiagge di Rosignano (24 febbraio 2008) o sul percorso della vecchia ferrovia della Lama (27 agosto 2009). 
  

Alla fine un po’ mi ero affezionato a quella giacca. Oppure ai calzoncini leggeri che avevo comprato nel 2012 per andare a Hong Kong in treno: leggerissimi, si asciugavano al volo e si sono rivelati praticissimi. Anche lì il tessuto ormai era logoro; per qualche anno ho coperto buchi e strappi con toppe adesive, ma quest’estate le lacerazioni hanno vinto.
 
Un po’ alla volta poi toccherà al resto, credo. L’accappatoio Bassetti (comodissimo) che ho da trent’anni ma che ormai ha ceduto in modo impossibile da riparare. La giacca Sisley in cotone nero, comprata usata per € 15 al Mercatone anni fa e che mi ha tenuto caldo in un safari in Kenya, mi ha fatto da coperta e cuscino su treni in India e in Giappone, mi ha accompagnato a innumerevoli lauree, matrimoni, consigli di Dipartimento… I vestiti sono attrezzi, e quando arriva la loro stagione è il momento di lasciarli andare. Però qualcuno mi fa piacere ricordarlo.
 

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