Oggi è arrivato anche nelle librerie di Pisa Altai, l'ultimo romanzo dei Wu Ming, ambientato nella seconda metà del Cinquecento. È il seguito di Q, e le prime pagine sembrano all'altezza del primo atto, a dieci anni di distanza.
Dal punto di vista linguistico, in questo romanzo ci sono diverse novità, incluso un uso estensivo dei dialetti - e mi sa che adesso dovrò riscrivere buona parte del mio lavoro presentato a Varsavia, per tener conto dei nuovi elementi. Io però segnalo Altai adesso in quanto ho avuto l'onore di venir incluso nel libro come personaggio: nei primi capitoli compare Marco Tavosanis, "il furlano", sgherro della Serenissima Repubblica di Venezia...
La comparsa è verosimile anche dal punto di vista storico. Anche se i Tavosanis sembrano documentati solo dal Settecento, ai tempi dei tempi evidentemente ogni tanto qualcuno di loro scendeva giù dalle montagne e andava in città. E, quando si ha la fortuna (?) di ritrovarsi come cognome una sequenza di nove caratteri mai usata per altri scopi in nessuna altra lingua del mondo, non è difficile controllare le attività degli antenati tramite Google Books: per esempio, in una Raccolta di atti del governo provvisorio di Venezia, tra gli ufficiali di Marghera nel 1849 compare un "tenente Tavosanis" (p. 55). Lo sbirro cattivo del libro potrebbe quindi essere più realistico del previsto!
SuperBum! Marchionimi in libertà
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Un nome di carta igienica scoppiettante ma con potenziali effetti
indesiderati (e altri spunti linguistici)
5 giorni fa
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