martedì 8 gennaio 2013

Wikipedia e le conoscenze etimologiche degli italiani

 
In un post pubblicato domenica sul proprio blog, Michele Cortelazzo fa notare le “fesserie etimologiche di Wikipedia (e non solo)”. Cioè, la frequenza con cui Wikipedia in lingua italiana presenta nelle proprie voci etimologie del tutto fantasiose e non scientifiche. Gli esempi presentati sono bar, brigante, assurdo, e, in un post precedente, pirottino; e nel mondo delle etimologie italiane Michele Cortelazzo non ha bisogno di presentazioni, visto che ha curato assieme a suo padre Manlio la seconda edizione dell’opera di riferimento in questo settore, cioè il DELI (Dizionario etimologico della lingua italiana), realizzato in prima edizione appunto da Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli.
 
Nulla da dire, naturalmente, neanche sugli errori. Come molti (me compreso) hanno fatto notare, la qualità dell’informazione linguistica all’interno di Wikipedia in lingua italiana sembra bassa, comparata per esempio a quella di Wikipedia in lingua inglese. Il bello è però che la qualità di Wikipedia dipende dalle comunità che le ruotano intorno: prima le persone che contribuiscono regolarmente alle voci, poi gli utenti di Internet e la società italiana nel suo complesso.
 
Sul primo livello, vale la pena di notare che le persone che contribuiscono alle voci sono poche, sia in termini assoluti sia in proporzione al numero di voci. Infatti, Wikipedia in lingua italiana si sta avvicinando alla soglia del milione di voci. Rispetto a Wikipedia in lingua inglese si tratta di quasi un quarto del totale, ma secondo le statistiche ufficiali le persone che contribuiscono alla versione italiana sono, in proporzione, molto meno numerose. Nel novembre 2012, per esempio, hanno fatto almeno 5 interventi per le pagine in lingua italiana 2776 persone, di cui solo 461 hanno fatto cento o più interventi (gli “utenti attivi”, quelli cioè che hanno fatto almeno un intervento sono stati 8.120 nei 30 giorni precedenti il 7 gennaio 2013). Per la lingua inglese la soglia dei 5 interventi è stata invece superata da 32.213 persone, e quella dei 100 da 3.137. Insomma, in proporzione al numero di voci la comunità che gestisce le voci in lingua italiana è decisamente sottodimensionata rispetto a quella che gestisce le voci in lingua inglese.
 
I numeri poi sono piuttosto bassi anche in assoluto. Gli utenti registrati sono sì più di ottocentomila, ma chiaramente questo numero copre moltissimi utenti che hanno fatto registrazioni multiple oppure che si sono limitati a registrarsi senza poi in pratica fare interventi. I “Wikipediani” per la versione in lingua italiana sono 46.876 (mentre per Wikipedia in lingua inglese si arriva quasi a ottocentomila): una comunità estesa, ma che coinvolge pur sempre meno di un italiano su mille, per una media di poco più di 20 voci a Wikpediano. A occhio, gli appassionati che in dieci anni hanno contribuito all’enciclopedia con qualche costanza sono probabilmente non più di diecimila (e, secondo me, anche di meno).
 
Quanti di questi sono in grado di distinguere tra etimologie sensate ed etimologie campate in aria? Diverse persone che hanno contribuito alle voci di linguistica mostrano ottime competenze; ma è ovvio che le loro voci sono sommerse da quelle degli altri. Tuttavia, ciò è quanto accade anche nel mondo della carta stampata, dove etimologie fantasiose sono sparate a ogni piè sospinto da giornalisti, autori di testi pubblicitari, eruditi locali e semplici appassionati. Ricordo ancora, per motivi personali, un giornalista-letterato di una certa notorietà che qualche anno fa spiegava ai suoi lettori che le “immagini” portano nel profondo, perché “immagine” viene dalla parola latina imago, quindi da imus + ago… Se la cosa è particolarmente visibile su Wikipedia, forse la spiegazione è data dal fatto che lì voci buone e voci meno buone coesistono, mentre gli addetti ai lavori di solito nemmeno vedono le improbabili opere a stampa realizzate da agriturismi, pro loco e via dicendo.
 
Questo è, infatti, a quel che mi sembra, il livello medio delle conoscenze degli italiani istruiti: l’idea vaga che le parole si “spieghino” sulla base di qualche remoto significato ricostruibile non sulla base di leggi fonetiche o di documenti d’epoca, ma con slanci d’immaginazione. Le persone che sentono il fascino dell’indagine etimologica sono moltissime, ma le persone che studiano scientificamente l’argomento sono pochissime – anche la maggioranza dei laureati in Lettere di ogni epoca, direi, non arriva a capire come funzionano le cose in questo settore.
 
Wikipedia quindi sembra uno specchio abbastanza fedele della situazione. Ciò che spiace, semmai, è che gli addetti ai lavori non siano in grado di fare massa critica per migliorare il livello e risolvere problemi come questo. Io eseguo interventi su Wikipedia da cinque anni e mezzo, e avrò fatto scrivere ai miei studenti qualcosa come mille voci originali. In tutto questo tempo non ho conosciuto altri professori o ricercatori universitari nel settore della Linguistica italiana che abbiano dichiarato di aver fatto anche solo un singolo intervento… e del resto, perché dovrebbero farlo? Il lavoro su Wikipedia è divulgativo, non scientifico. Non viene riconosciuto come “lavoro” universitario a nessun titolo. Non è retribuito. E, dettaglio non trascurabile, il rischio di immagine in un’attività svolta alla pari con i non addetti ai lavori è molto alto.
 
Io personalmente ritengo che invece una ragione ci sia: Wikipedia non è solo uno specchio della realtà, ma è anche uno strumento molto usato. Per questo motivo quest’anno ho deciso di dedicare una parte del mio tempo a migliorare, per quel che posso, alcune voci di particolare interesse.
 
Quanto è usato, lo strumento? Come dicevo, non ho ancora dati in proposito, ma la sensazione è che molto spesso Wikipedia sia, su argomenti linguistici, la fonte di informazione oggi più usata dagli italiani, per il semplice fatto di essere disponibile in rete. E lo stesso accade a strumenti simili. Per fare un esempio, Cortelazzo cita con preoccupazione, e a ragione, il fatto che alcune voci di Wikipedia rimandino come fonte per le etimologie al Vocabolario etimologico di Ottorino Pianigiani (1907), opera oggi scientificamente impresentabile. Eppure in Italia esistono ottimi dizionari etimologici moderni, e in particolare appunto il DELI.
 
Perché allora le persone che contribuiscono a Wikipedia citano l’improbabile testo di Ottorino Pianigiani? La spiegazione mi sembra molto semplice: perché è consultabile in rete in modo rapido e immediato. Il DELI invece è un testo relativamente costoso (€ 115 a catalogo: non molti per un’opera di questo valore scientifico, ma non pochi dal punto di vista dell’utente occasionale); spesso reperibile, d’accordo, in biblioteca… ma gli italiani hanno poca familiarità con le biblioteche, e a loro volta le biblioteche a volte non sono poi così facili da raggiungere o da usare. Né arrivano a raggiungere lo stesso pubblico.
 
Aneddoto: a me qualche mese fa è stato chiesto da una docente d’italiano di Giacarta se esistesse un buon dizionario etimologico italiano in rete. “Ma all’Istituto italiano di cultura non c’è il DELI?”, ho chiesto in risposta io. Certo che c’è, è stata la risposta, ma è probabilmente l’unica copia in tutta l’Indonesia, e perfino se si sta di casa a Giacarta attraversare la città è un’impresa che richiede ore e ore per via delle dimensioni e del traffico, eccetera eccetera.
 
Di conseguenza, in mancanza di dati esatti sull’uso, sospetto che oggi il Vocabolario di Pianigiani sia molto più usato e consultato del DELI (la home page del sito si vanta di aver fornito, nel 2006, dieci milioni di pagine). E lo sarà, continuando a diffondere etimologie insostenibili, direttamente o attraverso Wikipedia, finché il DELI non sarà disponibile a sua volta in rete.
 

4 commenti:

.mau. ha detto...

io ho il DELI, in versione cartacea a casa (l'edizione piccola in un solo volume) e in CD-ROM. Peccato che ogni volta che devo aprire il CDROM mi metto a piangere, perché non si può installare sul PC e non si può lanciare Zan32.exe dal CD essendoché quella versione non è Y2K-compliant. In definitiva, usare etimo.it (con le molle...) spesso è necessario, anche perché tanto per dire l'etimologia del De Mauro è anch'essa spesso un po' tirata per i capelli!

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente, purtroppo, il fatto che l'Università Italiana sembra tenersi ben lontana dal contribuire a Wikipedia.
Salvo poi periodicamente lamentarsi per il basso livello delle voci.
Complimenti per il fatto di contribuire e spingere anche gli studenti a farlo.

Mirko Tavosanis ha detto...

Ciao, Mau!

Sì, i vari dischi associati ai vocabolari sono un pianto. Negli anni Novanta diventava tutto inservibile nel giro di un paio d'anni; oggi l'obsolescenza è un po' meno rapida... Ma è chiaro che di questi prodotti tra qualche anno saranno utilizzabili solo le versioni su carta. O quelle su web, se troveranno qualcuno che le realizzi e le tenga aggiornate almeno dal punto di vista informatico (evitando la fine di Encarta, insomma).

.mau. ha detto...

boh, Zanichelli ha messo in rete un po' di roba ma non il DELI. Mi viene sempre tanta voglia di scoprire come craccare il CD :-)

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