venerdì 15 gennaio 2010

Storia della punteggiatura in Europa


La punteggiatura non è nata con l'alfabeto. Si è evoluta, un po' alla volta: per secoli, nella scrittura latina si è fatto addirittura a meno della separazione delle parole. E le convenzioni attuali sono una mescolanza di regole rigide e suggerimenti decisamente meno precisi. Sono anche, probabilmente, tutt'altro che un punto di arrivo.

L'evoluzione futura non siamo in grado di prevederla. Però la corposa Storia della punteggiatura in Europa, pubblicata da Laterza nel 2008, a cura di Bice Mortara Garavelli, è un'affascinante (per gli addetti ai lavori, almeno...) carrellata nel passato. In totale sono 650 pagine, composte da saggi di noti specialisti. La parte del leone la fa la punteggiatura in Italia, con quasi 150 pagine suddivise in questo modo:

1. Teorie e pratiche interpuntive nei volgari d'Italia dalle origini alla metà del Quattrocento (Rosario Coluccia)
2. Dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento (Brian Richardson)
3. Il secondo Cinquecento (Nicoletta Maraschio)
4. Il Seicento (Claudio Marazzini)
5. Il Settecento (Simone Fornara)
6. Dall'Ottocento a oggi (Giuseppe Antonelli)

Però il ruolo assegnato all'Italia non è particolarmente sbilanciato: non solo ampie sezioni sono dedicate alle principali lingue europee ma sono inclusi, per esempio, l'albanese e le lingue ugrofinniche. La combinazione di copertura geografica e copertura storica è quindi eccezionalmente ampia.

Dovessi fare una critica, dal mio punto di vista, direi che proprio questa ampiezza rende un po' ridotte le parti di maggior interesse - per esempio, quelle sull'età contemporanea, per l'italiano e non solo. Nel lavoro di Antonelli, per esempio, sono citati sia il fumetto (per il Novecento) sia la scrittura elettronica (per gli ultimi anni), ma sono accenni piuttosto brevi. È vero che su alcuni aspetti si possono citare i lavori della stessa Mortara Garavelli, però in alcune aree la sintesi potrebbe essere molto utile - se non altro per mettere in evidenza la mancanza di bibliografia su argomenti interessanti, a cominciare dal fumetto.

Collegato a questo c'è il problema dei presupposti teorici. Brevissime sono infatti le note introduttive (Punteggiatura e linguaggio), anche se affidate a due specialisti come Anna Laura e Giulio Lepschy. Anche qui, gli spunti possibili sono infiniti. Avendo tempo, sarebbe bello occuparsene! Tenendo presente che il saggio di Mario Geymonat su Grafia e interpunzione nell'antichità greca e latina, nella cultura bizantina e nella latinità medievale mostra che su alcuni argomenti si può provare a scrivere una sintesi complessiva che non rinunci all'approfondimento di casi particolari.

2 commenti:

Enrica Garzilli ha detto...

se noti da sempre, anche nelle antologie, la parte modernissima è sempre minore di quella antica o moderna.

Il fatto è che non ci sono studi talvolta e lo studioso on si arrischia, dovrebbe fare uno studio a sé sulla punteggiatura contemporanea/mezzi di comunicazione tipo Internet, fumetti ecc.

Forse questo sarebbe un altro libro di storia, uno studio a sé, separato.

Mirko Tavosanis ha detto...

Ciao, Enrica! Effettivamente, sì, sarebbe un altro libro... o anche tanti altri libri... peccato che nessuno abbia avuto voglia di scriverli, finora - ma forse avremo più fortuna più avanti!

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