venerdì 18 ottobre 2013

En caso de TSUNAMI

 
 
E in fretta...
Lima è un posto molto curioso, dal punto di vista geografico. Intanto, uno se la immagina in montagna: idea che, ho scoperto, è molto diffusa. E invece Lima è sul mare, anzi, per la precisione, sull’Oceano Pacifico, che guarda dall’alto di una trentina di metri di scarpata. La strada dall’aeroporto a Miraflores passa lungo le spiagge, che al momento sono coinvolte da grandi lavori destinati a trasformarle in parco.
 
Parco con passerelle, però. Lima è zona di terremoti e dalle spiagge parte un sistema di vie di fuga destinato a facilitare l’evacuazione “en caso de tsunami”. L’Oceano Pacifico, grigio e freddo, attende lì davanti, e devo dire che ha un aspetto un po’ inquietante, nonostante i surfisti fiduciosi.
 
Grigio? Freddo? Ma Lima non è ai Tropici? Sì, lo è, ma il suo microclima è sorprendente, e ben descritto nella relativa voce di Wikipedia. Per tutto il mio soggiorno è stata coperta dalla coltre grigia che la ricopre quasi tutto l’anno. Lima non vede quasi mai il sole, e le temperature possono essere molto basse, anche se non arrivano allo zero: di sicuro, anche con giacchetta e maglioncino, andando in giro la notte il freddo e l’umido si sentivano. In più, non piove praticamente mai (ogni tanto arriva qualche gocciolina isolata), e le case sono quindi sprovviste di tetto, oppure hanno tetti più ornamentali che altro, privi di grondaie. Ah, e, dimenticavo: la città è in pratica collocata in un deserto (freddo), completo di dune di sabbia, che si vede dall’aereo e si intravede nei pendii desolati delle colline più vicine al centro.
 
In questo scenario un po’ desolante, l’accoglienza all’Istituto Italiano di Cultura è stata in compenso molto calorosa! In particolare da parte dell’attuale direttore, l’Addetto culturale Stefano Cerrato (qui sotto siamo in posa semiufficiale in uno dei cortili dell’IIC), e di sua moglie Elena; ma anche da parte del coordinatore di corsi di lingua Giampaolo Molisina, laureato ICoN, e della lettrice MAE Maria Antonietta Tamburello. Grazie a tutti!
 
Cortile dell'IIC Lima

L’Istituto Italiano di Cultura di Lima è noto nel settore per un motivo molto preciso: in tutta la rete degli IIC, è quello che ha il maggior numero di iscrizioni ai corsi di lingua (oltre diecimila). Questo successo, come mi è stato spiegato, è in parte dovuto al fatto che le università peruviane richiedono agli studenti la conoscenza di più lingue straniere ma non organizzano corsi. In compenso, riconoscono i corsi di lingua sostenuti presso istituzioni come l’IIC, e gli ultimi direttori hanno utilizzato l’occasione per arrivare al record assoluto.
 
L’IIC del resto è una struttura anche fisicamente imponente, che ospita al proprio interno, oltre alle aule necessarie per i corsi, anche una scuola italiana e l’appena ristrutturato Teatro Pirandello, uno dei principali teatri di Lima. Da lì siamo partiti ieri per andare all’Universitad de San Marcos, dove ho raccontato le esperienze di ICoN nel settore della formazione via Internet. Argomento che oggi suscita, come si dice, “vivo interesse”, e che in effetti ha prodotto anche parecchie domande da parte del pubblico.

La Plaza de Armas di Lima
 
Unico rimpianto: il non essere riuscito, in due giorni di corsa, a vedere molto di Lima. Solo una puntata nella Plaza de Armas al momento del cambio della guardia, che marcia al passo dell’oca con la musica dei Carmina Burana di sottofondo… e una puntata di corsa al Museo Larco, di cui parlerò, spero, più avanti.
 

2 commenti:

nino ha detto...

Grazie Mirko del bellissimo viaggio che, grazie alla tua capacità narrativa, stiamo compiendo assieme a te.
Alla prossima tappa
Antonino

Mirko Tavosanis ha detto...

Ciao, Antonino! Grazie a te per i complimenti... e a presto!

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