venerdì 8 febbraio 2019

In Bengala

  
 
Il treno a vapore di Darjeeling
In questi giorni sono impegnato in una rapida trasferta nel Bengala occidentale. La ragione di base è partecipare al Kolkata Literature Festival a Kolkata (o Calcutta), dove domani pomeriggio parlerò del rapporto tra narrativa e fumetto in Italia. Tuttavia, all’arrivo ho fatto a spese mie una rapida deviazione con pernottamento a Darjeeling, un migliaio di chilometri più a nord, in quelle che vengono chiamate le “colline” dell’Himalaya. Che poi tanto colline non sono, visto che Darjeeling è a 2100 metri.
 
Procedura per arrivarci: da Delhi, volo per Bagdogra, lungo una rotta che per buona parte del tempo segue il Gange e da cui, per la prima volta in vita mia, vedo in lontananza le vette innevate dell’Himalaya. Da Bagdogra, autobus (un po’ ruspante) per Siliguri, 45 minuti. A Siliguri, jeep collettiva per Darjeeling, dopo una lunga attesa per fare il pieno di passeggeri, con 3 ore di percorso su una strada sorprendentemente buona. Le terre basse e le palme da cocco rimangono in fretta alle spalle, e il paesaggio inizia a far venire in mente il Tibet anche a chi, come me, non c’è mai stato. I passeggeri si alternano e salendo si fanno più numerosi quelli che parlano in nepalese, invece che in bengalese: è sempre una lingua indoeuropea e non è una lingua tonale… ma a me sembra proprio di sentire variazioni di tono e in alcuni casi qualche frase che sembra cinese. Sarà la suggestione del posto!
 
A Darjeeling l’obiettivo principale della mia visita era una delle principali attrazioni locali: il trenino passeggeri costruito dagli inglesi a inizio Novecento. Sarebbe stato bellissimo poter salire da Siliguri con quello, ma il viaggio completo dura otto ore e le poche partenze giornaliere erano incompatibili con i miei orari. In compenso però a Darjeeling c’è la possibilità di fare un giro turistico di due ore sulla linea, fino alla stazione di Ghum e ritorno, con un trenino moderno ma trainato da una locomotiva a vapore originale.
 
Bene, sono arrivato giusto in tempo per salire a bordo di questo giocattolone, e l’esperienza non ha deluso le aspettative. Da un lato, c’è l’interesse del viaggio a vapore. L’ho già fatto altre volte, ma è un interessante salto nel passato, che permette ogni volta di riscoprire i dettagli di quella che per un secolo è mezzo è stata l’esperienza di milioni di persone: dal fischio della locomotiva allo sporco della fuliggine. Dall’altro c’è il fascino del posto, e quello di un treno che passa all’interno delle strade normali, in mezzo alle case e ai negozi.
 
Un’altra attrattiva di Darjeeling dovrebbe essere la possibilità di vedere abbastanza da vicino le cime dell’Himalaya, e in particolare la vetta del Kanchendzonga. Purtroppo nei giorni del mio passaggio la foschia impediva di vedere molto lontano… mi sono contentato di visitare, la mattina di mercoledì 6, il centro del paese, e in particolare la mitica libreria Oxford nella piazza di Chowrasta.
 
Poi giù di corsa, verso il caldo e i trenta gradi delle pianure. Alla sera ero già a Kolkata, a sentire Carlo Ginzburg raccontare delle sue esperienze di storico in uno splendido cortile all’aperto del Victoria Memorial. Un fantastico inizio di missione.
 

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