venerdì 15 febbraio 2019

Kolkata Literature Fair

  
 
I classici taxi gialli di Kolkata
La settimana scorsa ho partecipato alla Kolkata Book Fair, e più in particolare alla Kolkata Literature Fair, ospitata all’interno della manifestazione principale. Tra le altre cose, ho partecipato a un dibattito su “New genres, new voices” nella letteratura, coordinato da Esha Chatterjee di Bee Books.
 
L’esperienza è stata fantastica! Sia per l’organizzazione (per me è stato fondamentale in particolare il lavoro fatto, oltre che da Esha Chatterjee, da Srabani Bhattacharya) sia per l’ambiente. La KBF è stata veramente partecipatissima e mi ha dato la sensazione di un ambiente editoriale molto vivace.
 
Una delle cose che ho apprezzato di più è stata la vivacità dell’editoria in lingue indiane. Purtroppo il bengalese è per me inaccessibile (a differenza di quanto avviene per l’hindi, non riesco nemmeno a leggere l’alfabeto, nonostante sia simile), ma la varietà delle produzioni è notevole. Questo va in contrasto con il panorama linguistico globalizzato di Kolkata, in cui l’inglese oggi domina nelle insegne e nella segnaletica. Trovo che questo sia un peccato, anche se in India il ricorso all’inglese è anche un modo funzionale per non far torto a nessuna delle lingue indiane: hindi, bengalese, marathi, lingue dravidiche…
 
Uno scorcio della KBF


Poi Kolkata si è rivelata affascinante di per sé. Un po’ per i suoi ritmi rilassati rispetto a Delhi, e un po’ per le trasformazioni. Io c’ero stato due anni fa, in una visita di poche ore, e mi sembra che anche in un tempo così breve i cambiamenti siano stati vistosi. Sul famoso ponte di Howrah non passano più bufali: il traffico è tutto a piedi o motorizzato. I risciò con motore a combustione interna sono stati in buona parte sostituiti da carrozzelle elettriche (anche se mi è capitato perfino di vedere dei risciò tradizionali, tirati da un uomo a piedi). Le costruzioni si moltiplicano. In generale, sembra che non solo stia arrivando un sacco di soldi, ma che il benessere si diffonda in fretta – anche se è ovvio che rimangono ancora molti problemi da risolvere.

Sarasvati sul ponte di Howrah

Se uno vuole colore, comunque, basta ancora salire su un treno locale. Nelle carrozze senza aria condizionata passano continuamente venditori ambulanti di chai e di uova sode, suonatori baul, travestiti hijra che chiedono un’elemosina in cambio di una benedizione… Fuori dal finestrino, risaie e gente al lavoro nei campi. Carrozzelle e carretti trasportano le immagini di Sarasvati per la prossima puja.

Un baul particolarmente simpatico

E nel frattempo, soprattutto attorno all’aeroporto, una serie interminabile di cartelloni con la faccia di Mamata Banerjee vanta l’enorme crescita del PIL bengalese e il fatto che il reddito dei contadini è triplicato negli ultimi sette anni. La sfida del prossimo futuro potrebbe consistere soprattutto nel tenere ciò che è importante e accogliere ciò che è utile. Intanto io apprezzo gli enormi vantaggi che mi sembra che la globalizzazione stia portando in una quantità incredibile di posti.


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