Nell'incredibile massa di disinformazione che i giornali hanno sparso attorno al caso di Fukushima, qualcuno per fortuna sta incominciando a porsi delle domande...
Sul manifesto di oggi Pio d'Emilia, in un articolo sobriamente intitolato Viaggio alle porte dell'inferno (p. 16), racconta la propria sorpresa nell'arrivare vicino a Fukushima e scoprire che la zona è ancora piena di gente, e che tutti se ne vanno tranquillamente in giro senza tute protettive e senza troppe preoccupazioni. L'esordio dell'articolo è questo:
Qualcosa non quadra. I giapponesi non sono buzzurri, di radiazioni purtroppo ne sanno molto. E allora delle due l'una. O davvero, quanto meno per il momento, farsi una passeggiata nei pressi della centrale maledetta è come passare una giornata nel corridoio di una sala radiologia di un qualsiasi ospedale, oppure sono tutti pazzi, incoscienti e incapaci.
Già... Un po' alla volta, un po' di buon senso potrebbe anche farsi strada. Mettendo da parte improbabili ipotesi su complotti o enormi errori di valutazione, un po' alla volta anche i giornali di tutto il mondo (non solo quelli italiani... il che è la cosa più incredibile) potrebbero rendersi conto che, al momento e salvo sorprese, i problemi ai reattori di Fukushima hanno avuto un forte impatto economico, ma effetti medici pari a zero su chiunque si trovasse all'esterno dell'impianto.
Come si traduce broligarchy?
-
Un neologismo usato in associazione alla futura presidenza Trump che
risulta poco trasparente senza alcune informazioni aggiuntive.
4 giorni fa
Nessun commento:
Posta un commento