Grazie a un gruppo di relazioni dei miei studenti, nelle ultime settimane ho messo (tardivamente) a fuoco l’esistenza dei tablet PC. In giro non se ne parla molto, ma in sostanza sono computer portatili in cui lo schermo può essere usato come superficie per scrivere con uno stilo e, a volte, con le dita. Diversi produttori, tra cui in particolare Asus, HP, Fujitsu e Toshiba, hanno dedicato negli anni un po’ di risorse allo sviluppo di questa categoria di macchine.
Rispetto ai veri e propri tablet (dall’iPad ai modelli Android), i tablet PC hanno molte differenze. Innanzitutto, spesso sono fisicamente dei veri e propri notebook, dotati di disco rigido, periferiche abbondanti di input e output, eccetera – e spesso hanno anche la forma di un notebook, con la differenza che lo schermo può essere ruotato sopra la tastiera, nascondendola e rimanendo all’esterno del dispositivo.
Una differenza forse ancora più importante è data dal fatto che su questi tablet PC gira Windows. Sistema operativo che nelle ultime versioni, da XP in poi, ha sempre tenuto conto di questa categoria di dispositivi. Windows non è mai stato ottimizzato fino in fondo per i tablet (le lamentele su questo argomento sono frequenti), tuttavia è in grado di gestire molti tipi di interazione e, soprattutto, fa girare una categoria di programmi che non ha equivalente presso altri sistemi operativi.
OneNote Microsoft è un esempio di questi programmi. La gestione degli appunti manoscritti e la possibilità di farne (a volte) una conversione via OCR sono uno dei punti chiave del software, a funzioni simili è stato dato anche il nome, appropriato, di “inchiostro digitale” o digital ink . Di OneNote esiste anche una versione per iPad, ma l’iPad non ha, ahimè, un digitalizzatore attivo, e quindi la scrittura sul dispositivo è tutt’altro che soddisfacente (ho fatto anche delle prove in questi giorni usando uno stilo): l’hardware fa la differenza.
I tablet PC sembrano molto promettenti come supporto per la scrittura professionale. Per esempio, secondo molte segnalazioni, sono molto usati (e sono adatti) per un lavoro che faccio molto di frequente: l’annotazione a mano libera su file PDF o assimilabili, a cominciare dalle bozze dei libri a stampa. Sono quindi molto curioso di provare in prima persona le possibilità d’uso.
Tuttavia, i tablet PC hanno anche il difetto di essere apparecchi professionali, e quindi relativamente costosi, con prezzi che vanno di regola dai 1500 euro in su. Attrezzature che costano un mese di stipendio non possono certo essere acquistate alla leggera... ma ho idea che, se riuscirò a ottenere sufficienti fondi di ricerca, l’anno prossimo un acquisto simile sarà quasi inevitabile. Nel frattempo, mi preparo leggendo aggiornamenti su un blog molto interessante, il Tablet PC italico.
Rispetto ai veri e propri tablet (dall’iPad ai modelli Android), i tablet PC hanno molte differenze. Innanzitutto, spesso sono fisicamente dei veri e propri notebook, dotati di disco rigido, periferiche abbondanti di input e output, eccetera – e spesso hanno anche la forma di un notebook, con la differenza che lo schermo può essere ruotato sopra la tastiera, nascondendola e rimanendo all’esterno del dispositivo.
Una differenza forse ancora più importante è data dal fatto che su questi tablet PC gira Windows. Sistema operativo che nelle ultime versioni, da XP in poi, ha sempre tenuto conto di questa categoria di dispositivi. Windows non è mai stato ottimizzato fino in fondo per i tablet (le lamentele su questo argomento sono frequenti), tuttavia è in grado di gestire molti tipi di interazione e, soprattutto, fa girare una categoria di programmi che non ha equivalente presso altri sistemi operativi.
OneNote Microsoft è un esempio di questi programmi. La gestione degli appunti manoscritti e la possibilità di farne (a volte) una conversione via OCR sono uno dei punti chiave del software, a funzioni simili è stato dato anche il nome, appropriato, di “inchiostro digitale” o digital ink . Di OneNote esiste anche una versione per iPad, ma l’iPad non ha, ahimè, un digitalizzatore attivo, e quindi la scrittura sul dispositivo è tutt’altro che soddisfacente (ho fatto anche delle prove in questi giorni usando uno stilo): l’hardware fa la differenza.
I tablet PC sembrano molto promettenti come supporto per la scrittura professionale. Per esempio, secondo molte segnalazioni, sono molto usati (e sono adatti) per un lavoro che faccio molto di frequente: l’annotazione a mano libera su file PDF o assimilabili, a cominciare dalle bozze dei libri a stampa. Sono quindi molto curioso di provare in prima persona le possibilità d’uso.
Tuttavia, i tablet PC hanno anche il difetto di essere apparecchi professionali, e quindi relativamente costosi, con prezzi che vanno di regola dai 1500 euro in su. Attrezzature che costano un mese di stipendio non possono certo essere acquistate alla leggera... ma ho idea che, se riuscirò a ottenere sufficienti fondi di ricerca, l’anno prossimo un acquisto simile sarà quasi inevitabile. Nel frattempo, mi preparo leggendo aggiornamenti su un blog molto interessante, il Tablet PC italico.
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