Per quanto mi piacciano i libri, non vedo l'ora di poterli sostituire con qualche apparecchio elettronico. Senza fretta, beninteso: dovrà essere un apparecchio che, rispetto alla carta, non sia un arretramento in fatto di durata, backup, leggibilità, dimensioni del catalogo e via dicendo. Naturalmente, non c'è nulla del genere all'orizzonte. Ma apprezzo molto l'idea anche perché, avendo traslocato da pochi mesi, mi ritrovo ancora a fare ordine e a spostare casse di vecchia carta.
Il problema è semplice: manca lo spazio. Nella casa vecchia la situazione era già critica; nella nuova, che pure è un po' più grande, non sono ancora riuscito a rimontare tutte le librerie. E, anche se ogni tanto riesco a disfarmi di qualcosa, la tendenza è sempre a crescere... Inoltre, gli scaffali non sono adatti al tipo di materiale che ho. Tutto è in doppia o tripla fila, malamente accatastato e senza possibilità di ordine, visto che l'unico sistema pratico per disporre il materiale consiste nell'affiancare libri di dimensioni simili, senza badare al contenuto.
Se volessi, immagino, potrei disfarmi del passato. Sono quasi dieci anni che ho sepolto l'idea di lavorare da professionista nell'editoria di fantascienza o in quella del fumetto. Eppure i miei scaffali sono ancora ingombri di cose che possono interessare solo a un addetto ai lavori: vecchi cataloghi Nord e Fanucci, libri e fumetti di una bruttezza indicibile, scassatissime collane (incomplete) di riviste come Gamma e Galassia, e via dicendo.
D'altra parte, quasi ogni giorno mi tocca constatare l'incompletezza della raccolta nei settori di cui oggi dovrei occuparmi. Il mio criterio base negli acquisti è sempre stato quello di prendere ciò che non avrei potuto trovare da altre parti. Di conseguenza, le mie raccolte sono complementari a quelle di una biblioteca ben gestita: mancano i classici, mancano i testi di consultazione, e in compenso c'è molta roba effimera o di nessun valore.
Ci sono, in compenso, testi iperspecializzati, che non si possono trovare da nessun'altra parte. Mucchi di fantascienza improbabile, d'accordo. Ma anche un po' di cose che nelle biblioteche pisane non si trovano, e sono rarissime un po' in tutta Italia: dalla traduzione integrale della Storia do Mogor di Niccolò Manucci fino ai quattro libri di Tufte sulla presentazione visiva delle informazioni quantitative.
Separare il grano dal loglio non dovrebbe esser troppo difficile. Però, ogni volta che cerco di liberarmi di un po' di cartaccia, mi vengono gli scrupoli: questo non lo ritroverai da nessun'altra parte...
Non è una preoccupazione ragionevole, ovviamente. Ma al momento basta a fermarmi. Se riuscirò a risolvere i miei problemi di spazio, sarà grazie alla falegnameria, non grazie a un'accurata selezione meritocratica. In attesa di metter tutto su un aggeggetto di plastica, ovviamente.
Come si traduce broligarchy?
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Un neologismo usato in associazione alla futura presidenza Trump che
risulta poco trasparente senza alcune informazioni aggiuntive.
4 giorni fa
2 commenti:
Ciao, sai dove è possibile reperire la storia di Mogor del Manucci?
Grazie.
Sì e no :-) Purtroppo non ci sono edizioni italiane complete... Una mia laureata ha comunque appena scritto una versione aggiornata della voce "Storia do Mogor" su Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_do_Mogor
L'unica edizione integrale è ancora la traduzione inglese di Irvine, che è disponibile in alcune biblioteche italiane, in ristampa o nell'originale del 1908. Quest'ultimo, su SBN, risulta disponibile qui:
BG0026 [LO102] - Biblioteca civica Angelo Mai - Bergamo - BG
BO0286 [UBOCX] - Biblioteca della Cineteca comunale - Bologna - BO
MI1252 [USMN3] - Biblioteca del Dipartimento di geografia e scienze umane dell'ambiente dell'Università degli studi di Milano - Milano - MI
RM0323 [RMSAR] - Biblioteca centrale della Facolta' di architettura dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - RM
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