La settimana scorsa ho fatto una gita "di famiglia" nelle Marche, e ne ho approfittato per passare anche dal
Museo della carta e della filigrana a Fabriano. C'ero già stato qualche anno fa, ma non ero riuscito a sentire la visita guidata: quest'anno invece ce l'ho fatta.
Il Museo naturalmente non è fatto solo di visita guidata. Basta dire che, se ho ben capito le spiegazioni, espone una (piccolissima) parte di filigrane estratte dalla collezione Zonghi: cosa non da poco per chi, come me, un po' di lavoro su
Zonghi's Watermarks ha dovuto farlo (nel dettaglio, a proposito della filigrana del manoscritto Vaticano Latino 3210, che ospita la prima stesura delle
Prose di Bembo). Ma la parte storica e documentaria purtroppo mi è sembrata sacrificata - poche indicazioni per gli specialisti, mentre se non sbaglio il grosso della collezione Zonghi è alla Biblioteca di Fabriano.
OK, pazienza. Il museo appunto è interessante per le attività didattiche, e la visita guidata offre la possibilità di vedere all'opera diversi strumenti per la produzione della carta. Io personalmente ne sono rimasto affascinato, come buona parte dei bambini - e forse degli adulti - presenti. In particolare, c'è il momento magico: quello in cui uno degli addetti del Museo infila un setaccio con filigrana in una grossa tinozza di acqua sporca e ne estrae... praticamente un foglio di cellulosa, pronto per essere pressato, asciugato e trasformato in carta. Un processo del tutto elementare, ma comunque sorprendente.
Detto questo, l'appetito vien mangiando. Chissà che un anno o l'altro, fatta la visita guidata, non mi riesca di partecipare a uno dei laboratori pratici di produzione e lavorazione della carta...
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