martedì 29 gennaio 2013

Enciclopedia dell’italiano

 
Enciclopedia dell'italiano
Dopo un mese di uso, sono soddisfatto nella sostanza e un po’ perplesso su alcuni dettagli della struttura. L’Enciclopedia dell’italiano diretta da Raffaele Simone è un’opera di dimensioni ragguardevoli: xxix + 1681 pagine di grande formato, su due colonne (Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2010; l’edizione che ho comprato io è in volume singolo, datata 2011, ISBN 978-88-12-00048-7, ma quella principale è in due volumi). Sarebbe presuntuoso dare un giudizio d’assieme dopo averne letto, in totale, poche decine di pagine. Però qualche cosa si può forse dire lo stesso, e mi sento di confermare i giudizi che avevo dato in un post di un mese fa e nei relativi commenti.
 
In primo luogo, l’alta qualità delle voci che ho usato corrisponde a lacune sorprendenti dal punto di vista strutturale. Se si vuole sapere quante persone sono in grado oggi di parlare italiano, l’Enciclopedia dell’italiano non fornisce nessuna risposta… eppure questa non è un’informazione da poco, per una lingua! Quante persone parlano italiano in Italia? Mistero. Quante fuori d’Italia? Non si dice nulla.
 
Molte voci fermano poi la propria trattazione in punti arbitrari. Per esempio, la voce sull’Italiano in Europa (di Harro Stammerjohann) tratta l’argomento fino al Settecento. Che cosa è successo nell’Ottocento? O nel Novecento? O all’inizio del terzo millennio? In pratica, su questi periodi storici non viene detto nulla.
 
Altre scelte sono discutibili a livello forse più soggettivo, ma non molto. Per esempio, ci sono voci dedicate alla lingua di alcune delle principali città italiane: Milano, Napoli, Palermo, Torino, Roma, Venezia. Si può discutere sull’inserimento di Palermo al posto di Genova… ma non è chiaro il motivo per cui è stata esclusa invece Firenze, che ha avuto per secoli un ruolo modellizzante e perfino oggi, anche solo come centro urbano, non ha certo un peso inferiore a quello di Venezia. Del resto, poi, al rapporto tra italiano e toscano non è dedicata nemmeno una voce apposita – ce n’è una di Silvia Calamai sui Dialetti toscani, e stop. Il che è piuttosto strano!
 
Comunque, queste stranezze strutturali non tolgono nulla al valore delle singole voci, che appunto ho cominciato a usare in abbondanza. E va detto che dal punto di vista comunicativo l’Enciclopedia ha una caratteristica fantastica, anche se poco pubblicizzata: è raggiungibile anche online, attraverso il Portale Treccani, che mette gratuitamente a disposizione del pubblico del web tutti i contenuti dei volumi!

Certo, dal punto di vista della consultazione non mi sembra ci sia un sistema per limitare la ricerca solo a queste voci, e l’interfaccia è ben poco trasparente e usabile: come scriveva Licia, il modo migliore per leggere le voci sembra stanarle tramite Google. Ma resta il fatto che la pura e semplice quantità del materiale messa a disposizione in questo modo è tale da colmare da sola la lacuna nell’informazione linguistica e grammaticale disponibile sul web di cui parlavo non troppo tempo fa.

[Per trasparenza: io ho scritto due contributi per la rivista del Portale Treccani, e spero di scriverne altri in futuro.]
 

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