martedì 11 dicembre 2012

Ritorno a Pechino


Nel viaggio della scorsa settimana, la prima tappa è stata Guangzhou. Cioè la vecchia Canton, dove speravo di fare un giro in centro e vedere magari gli scavi del mausoleo del regno di Yue… e invece mi sono ritrovato a girellare tutto il tempo sull’isola di Shamian, ex sede delle concessioni francesi e inglesi. In pratica, un pezzetto di Lungosenna parigino trapiantato sul Fiume delle Perle e pieno di cosplayer (!) e di turisti cinesi che si fotografano davanti a una vera folla di statue moderne che rappresentano vari momenti di storia della città. Per esempio, un gruppo famoso mostra l’evoluzione della donna cinese, culminante negli hot pants e nell’uso del cellulare, ma anche questa non è male…
 
Statua a Shamian

E poi notte, per una volta tanto da solo, in uno scompartimento di lusso. O che perlomeno doveva essere di lusso verso il 1984, e probabilmente trasportava notabili di partito ai congressi… Io ci faccio una splendida dormita, ma il giorno dopo la Cina del nord, fuori dai finestrini, è tutta una parete grigia. Nebbia, nuvole basse, alberi spogli, case dello stesso grigio di cui è fatto il cielo. Ogni tanto c’è una chiazza di arancione: cachi. Oppure una chiazza di rosso: caratteri cinesi sui muri.
 
Il giorno dopo, in compenso, Pechino è avvolta dal gelo ma il sole è smagliante. Ne approfitto per andare, subito prima di un appuntamento di lavoro, a visitare il Tempio del Cielo. Il vento gelido dopo un po’ mi blocca le dita, e non riesco nemmeno più a scattare foto… tempo di trovarsi dei guanti! E di rimettere la sciarpa! Hong Kong è molto lontana, decisamente.
 
Al Tempio del Cielo, al riparo dal vento

Ma l’esperienza culturale più interessante viene il giorno dopo, a fine pomeriggio: quando vado a visitare il Tempio di Confucio. All’interno, subito dopo l’ingresso, sono conservate le lapidi che riportano i nomi dei vincitori degli esami imperiali per l’amministrazione. Migliaia e migliaia, a testimoniare una buona fetta di un meccanismo che, nato quando i barbari avevano appena abbattuto l'Impero Romano, funzionò regolarmente fino al 1904:
Iscrizioni con i nomi dei vincitori degli esami imperiali
 
Al confronto, tutti i nostri test d’ingresso e gli italianissimi “concorsi” sono gli ultimi arrivati. Anzi, il sistema europeo, che in buona parte ha preso forma solo dopo la Rivoluzione Francese, è probabilmente stato plasmato a imitazione del sistema di esami cinese, che come minimo viene spesso citato dai riformatori. Ma su questo sarebbe utile un approfondimento!

D’altra parte, il museo di storia di Hong Kong ha fatto pochi mesi fa un’esposizione sul tema, e ha anche lasciato in linea una mostra virtuale. Ma, ahimè, essendo quest’ultima impostata su “ambienti virtuali” da navigare in 3D, è in pratica inutilizzabile e illeggibile...
 

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