Daniel Everett, missionario evangelico americano, alla fine degli anni Settanta partì con la famiglia per l'Amazzonia con l'obiettivo di convertire i pirahã: un popolo di meno di quattrocento persone, tutte insediate attorno al fiume Maicí. L'obiettivo doveva essere raggiunto partendo, secondo una consolidata tradizione, dallo studio del linguaggio. Questo avrebbe permesso a Everett di tradurre la Bibbia in pirahã, e da lì sarebbe venuto fuori il resto.
Le cose però sono andate in modo diverso da quello previsto, al punto che, come racconta l'interessato in questo libro, a contatto con i pirahã è stato Everett a "convertirsi" e a diventare ateo. Processo messo in moto da vari fattori. Non ultimo, quello linguistico-culturale: i pirahã, secondo Everett, si interessano, del tutto ragionevolmente, solo al qui-e-adesso, o tutt'al più a ciò che ha testimoni viventi. Bibbia e vangeli sono quindi per loro, per definizione, irrilevanti.
L'aspetto più interessante della cosa è che Everett mette in collegamento la cultura e la lingua: rispettando un principio di aderenza ai fatti, i pirahã parlano solo per asserzioni, e quindi per esempio non possono servirsi di subordinate relative. Né la loro lingua contiene ricorsività, almeno a livello sintattico.
Sarà vero? Personalmente, nutro molti dubbi. Everett è una delle pochissime persone al mondo (pirahã inclusi) capaci di parlare il pirahã, quindi è difficile smentirlo sui dati di fatto! Però diversi punti delle sue considerazioni mi sembrano poco solidi. Certo, Don't sleep, there are snakes è un libro divulgativo: più autobiografia che studio scientifico (al punto da non avere nemmeno bibliografie finali). Tuttavia qualcosa non torna. Perché la ricorsività e le frasi relative dovrebbero, di per sé, essere impossibili in una lingua che culturalmente si limita solo ad asserzioni?
Everett dice, prendendo come esempio la frase "The man who is tall is on the path", che "The embedded sentence merely adds some old information shared by the hearer and the speaker", e che "embedded sentences rarely, if ever, are used to make assertions" (p. 234). In che senso? "Ho incontrato un uomo che mi ha chiesto la strada" non va bene da questo punto di vista?
Auguri di “buon ponte” al gatto defunto
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Una notiziola dalla provincia italiana con lo zampino dell’inglese
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