Proseguo con la schedatura del Meridiano su Maraini. Subito all'inizio del secondo testo fondamentale, Ore giapponesi, nell'introduzione, Oltre mezzo secolo tra due copertine (2000), Maraini parla del solito problema degli ideogrammi. Nulla di particolarmente innovativo... ma la risposta è data meglio di qualunque altra risposta simile che mi sia capitato di leggere in italiano:
Spesso da noi ci si domanda come una civiltà tanto avanzata possa valersi "ancora" d'un sistema di scrittura, quello ideografico, all'apparenza così arcaico, del tutto inadatto, si direbbe, alle agili prestazioni richieste oggi a qualsiasi mezzo d'informazione visiva. Una risposta sommaria può prendere questa forma: sostanzialmente l'ideogramma è mezzo di trasmissione del pensiero notevolmente superiore agli alfabeti ed ai sillabari, per la sua efficacia e immediatezza, d'altra parte il codice dei segni (almeno 2000-2500) è pesante: l'alfabeto ed i sillabari sono poco trasparenti, rimandano di continuo al piano dei suoni, ma si fondano su codici elementari. In sostanza, nella pratica, i due sistemi si equivalgono: donde lo stallo millenario. (pp. 559-560).
Meno convincenti le osservazioni successive (p. 560), sul fatto "che gli scolari giapponesi e cinesi, studiando gli ideogrammi, con tutte le minute variazioni e differenze che spesso li distinguono l'uno dall'altro, affinano le proprie capacità di percezione visiva, di abilità manuale" preparandosi quindi alle esigenze del mondo tecnologico moderno.
A livello di aneddoto, ricordo qui il momento in cui molte mie certezze giovanili sugli ideogrammi sono crollate: guardando al cinema L'ultimo imperatore di Bertolucci (1987). C'è una scena in cui appunto all'Ultimo Imperatore viene chiesto dagli inquisitori comunisti di scrivere il proprio nome con un pezzo di gesso, o qualcosa di simile. E lui traccia i complicati logogrammi in un istante - forse meno del tempo che ci vuole per tracciare una firma leggibile usando per esempio la corsiva tonda inglese. Ricordo che all'epoca la cosa mi disturbò: possibile che gli ideogrammi non fossero così poco pratici come avevo pensato fino a quel momento?
Auguri di “buon ponte” al gatto defunto
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Una notiziola dalla provincia italiana con lo zampino dell’inglese
3 giorni fa
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