Il libro è una presentazione commentata (e molto dettagliata) dei dati prodotti dall'indagine ISTAT su
I cittadini e il tempo libero condotta nel 2006. L'indagine in sé è un contributo molto importante alle conoscenze sullo stato della lettura in Italia; con questa presentazione commentata i dati diventano inoltre molto più fruibili.
Tutte le informazioni fornite sono molto interessanti (anche se alcuni commenti sono troppo semplicistici), ma a me in questo periodo interessa soprattutto il rapporto tra lettura e Internet. L'indagine ISTA non comprende la lettura di pagine web tra le attività di lettura, neanche in definizione allargata: "i dati non considerano la lettura di report di ricerca, di file pdf scaricati da Internet e di riviste specializzate" (p. 78). Sono compresi invece, per alcune parti dell'analisi, i lettori di quotidiani e riviste. Però ogni tanto qualche riferimento a Internet salta fuori comunque.
Per esempio, incrociando i dati sui diversi consumi culturali, Morrone e Savioli dichiarano che "I dati (...) mostrano inequivocabilmente che non esiste nessun effetto sostituzione tra la lettura nel tempo libero ed altri media (personal computer ed Internet in primo luogo)" (p. 27). Insomma, Internet non sostituisce la lettura ma la integra. Sull'argomentazione ho qualche dubbio, ma mi sembra importante vedere le cose in questo modo più che attraverso le lenti del luogo comune ("Internet ruba tempo ai libri").
L'indagine ISTAT comprende anche i "lettori inconsapevoli": persone che dichiarano di non aver letto neanche un libro nel periodo preso in esame, ma che in realtà, andando a vedere le risposte ad altre domande, hanno letto qualcosa che esse stesse non considerano "libro". Per esempio, romanzi rosa, guide turistiche e così via. Una percentuale sorprendentemente alta di questi "lettori inconsapevoli" ha letto "libri elettronici". Si tratta del 9,8% dei "lettori inconsapevoli" (p. 88), con una distribuzione molto asimmetrica per sesso (17,3% tra gli uomini, 3,4% tra le donne: p. 89). Morrone e Savioli, tra l'altro, ipotizzano che in casi simili sia il tipo di lettura non sequenziale a far sì che molti lettori di "libri elettronici" o di guide turistiche non si sentano
veramente lettori.
Un'altra curiosità: chiedendo dove è stato preso l'ultimo libro letto, lo 0,1% dei lettori (0,2% dei maschi, zero spaccato per le femmine) risponde che è stato "scaricato gratuitamente da Internet", con un picco dello 0,2% nella fascia d'età 45-54 anni (p. 162 e succ.).
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