Nel libro di Saenger le cose interessanti sono molte. Devo dire che però sono piuttosto perplesso sul modo in cui sono presentate. Gli esempi spesso non sono molto chiari, e a volte il rapporto tra le immagini presentate e il testo è semplicemente incomprensibile.
Per esempio, Saenger parla dell'uso della legatura sospesa (suspended ligature), e lo fa introducendo il concetto della presenza, in "some aerated scripts", di "ligatures extending across syllabic space". Queste ultime indicano che una sillaba che potrebbe essere una parola autonoma o parte di una parola più lunga è in realtà, in quel punto, appunto una parte di parola (p. 67). Per esempio cor "as in cor-de (Figure 15)".
Fin qui tutto bene. Solo che l'esempio portato in figura, proveniente da un manoscritto di Amiens, non mi sembra porti esempi di queste legature "extending across syllabic space". Le prime righe del testo, in cui compaiono le parole cor, corde e cor, mi sembrano scritte in questo modo:
...tdei vobis cor omnibus utcolatis eum. & faciatis
eius voluntatem. corde magno & animovolen
te. Adaperiat cor vestrum inlegesua & inpre[ceptis]
A parte l'ambiguo "tdei" all'inizio, in cui non sono nemmeno tanto sicuro della trascrizione, la scrittura non è ancora non conforme all'uso moderno per diversi motivi. Intanto, diversi monosillabi (congiunzioni e preposizioni) non sono separati dalle parole polisillabe seguenti: accade con utcolatis, inlegesua e inpreceptis; e nel secondo caso non viene separato nemmeno l'aggettivo possessivo dal sostantivo, così come non vengono separati sostantivo e participio in animovolente. Saenger considera "separated" in senso moderno, invece che "aerated", solo i testi in cui spazi e altri segni di divisione "fall regularly between every word, with the exception only of monosyllabic prepositions and certain other short and generally monosyllabic function words" (p. 30). Secondo la sua terminologia, quindi, questo è un testo "aerated", e siamo d'accordo.
Però, esaminando la riproduzione, la r di corde (seconda riga) non mi sembra si estenda attraverso alcuno spazio sillabico. Il tratto orizzontale termina con una riga sottile, che è decisamente più lunga di quella del cor nella prima riga; però mi sembra in pratica analoga come forma e lunghezza a quella di cor nella terza riga, cui fa seguito uno spazio bianco. Anzi, la r del cor di terza riga mi sembra più larga di quella di corde (4 mm contro 3,5). Né mi sembra diversa la r di Adaperiat. E allora? In che senso una r in corpo di parola, identica a una r in fine di parola, può essere considerata una "legatura"?
Inoltre, in questo testo non vedo "syllabic spaces" all'interno di parola - cioè proprio il tipo di spazi su cui la "legatura" si dovrebbe estendere. Tutti gli spazi che vedo corrispondono a suddivisioni di parola.
Certo, può darsi che la scarsa qualità della riproduzione renda la faccenda più misteriosa di quel che è. Però due righe di commento in più da parte di Saenger avrebbero potuto (forse) chiarire l'esempio, che invece rimane piuttosto misterioso - come diversi altri.
Auguri di “buon ponte” al gatto defunto
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Una notiziola dalla provincia italiana con lo zampino dell’inglese
3 giorni fa
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